martedì 5 aprile 2011

Artist Book


                 Nazioni, Artisti ed Opere
  Elenco aggiornato al 2011

Argentina
 
Norberto José Martinez con "Carta de amor" e "Poemas: (des)hechos ylo re-ciclados!"
Samuel Montalvetti con "Poesia Visual" N° 20,21,22,23,24 e Numero speciale
Hilda Paz con "Habita el vacío" e " A de Miguel Hernández
 
Brasile
Hugo Pontes con "Elefante Art" Edições pouco a porco e "Mail Art Poços de Caldas"
Sela (Maria Selenir N. dos Santos) con "Mater No princípio"
Eni Ilis Rivelin con due libri d'artista "Senza titolo"
 
Canada
Dewi Canada con "13 sketches of my commute", "13 sketches of Montreal" e "Smoking"
MailArta con "Queen of poste"
Snappy Studio J con "Snappy"
La Toan Vinh con "La Toan Vinh's poems"
 
Danimarca
Marina Salmaso Danimarca con "Portalettere"
 
Finlandia
Paul Tiilila con "Senza titolo" "
 
Francia
Christian Alle con "Le Chaos Biographie"
 
Germania
Horst Baur con "TWO - Penny ten a penny"
Joachim Buchholz con "Art Book 1, Art Book 2, Art Book 4"
Wilhelm Schramm con "Impressum freipresse"
 
Giappone
Keiiki Nakamura con "Private Natural History"
 
Inghilterra
 
Italia
Paola Baldassini con SegnaLibro (Prossima pubblicazione)
Tiziana Baracchi con La Nuova Frontiera
Vittore Baroni e Piermario Ciani con "Parole che scompaiono" Edizioni E.O.N. (fax 1996-2006)
Anna Boschi con Libro/Diario Caro amico, ti scrivo del 2009
Umberto S. Basso con "ARTOP Il mio Giardino d'inverno PAROLE + fiori"
Mirta Caccaro con "Storie di Re"
Bruno Chiarlone con "Walk Tover"
Marcello Diotallevi con "Opere dal 1979 al 1999"
Nicola Frangione con "nel silenzio" A John Cage Edizioni Pulcinoelefante
Nella Giambarresi con "Scrittura dipinta" e "Scrittura dipinta 2"
Claudio Grandinetti con "The World is Made of the Empty Heads!"(Raccolta di Teste Vuote)
Claudio Jaccarino con "Mia passion predominante...(è il disegno)!!!"
Oronzo Liuzzi con "Il Cielo"
Ruggero Maggi con "Ex Libris Mediale in Erba"
Carmelo Marchesi con "Storie - La Storia siamo noi"
Calogero Marrali con "Personaggi in cerca d'attore"
Maria Grazia Martina  con "Florilegio"
Antonella Prota Giurleo con "Il piacere della lettura è azzurro"
Serena Rossi con "Flop" e "Flop rosa"
Antonio Sassu con "Studio d'Arte Sassu suonare"
Roberto Scala con "Erotic"
Giovanni e Renata Strada (Stradada) Italia con "Chi li ha visti?"
 
Olanda
Ko de Jonge con "Shakespear's Life and Art and Horizon"
Martha Nieuwenhuijs con "Frammenti"
Miranda Vissers con "Sterilab"
 
Polonia
Michael Graczyk con "Artist Book"
 
Portogallo
Beatriz Albuquerque con $ZZZZzzzz? e Senza Titolo
 
Spagna
Bartolomé Ferrando con "Poesia Procés"
Wolfgang Guenther (Lupiro) con "Nula Horo n° 4 e 5"
 
Svezia
Ottmar Bergmann con "Senza titolo"
 
U.S.A.
John M. Bennett con "Ash Talk - Opy - Ot"
Keith A. Buchholz con "Falling Boy Books"
Jim Leftwich con " 4 Add and pass" e "6 Decomposition"
Elise Kay McWilliams con "Wreck This Jurnal"
Reid Wood (State of Being) con "Look Inside"
 
Vietnam
La Toan Vinh con "La Toan Vinh's poems"


Elenco completo su Ceris Arte http://www.guzzardi.it/arte/pagine/artistbook.html  

Links:

Claudio Grandinetti Critiche
Claudio Grandinetti Biografia e Mostre
Claudio Grandinetti Home
A.I.M.A. Archivio Internazionale Mail Art
M.I.M.A. Museo Internazionale Mail Art

http://grandinettiarte.blogspot.com/2011/04/mima-museo-internazionale-mail-art.html

Artisti Archivio Internazionale Mail Art

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Artefice Contenitore d’Arte Moderna e Contemporanea
Correnti Artistiche

mercoledì 30 marzo 2011

Correnti Artistiche 1828 1999

1820 Arte Impegnata (Art Engagè) Fino al 1880
1874 Impressionismo fino ai primi anni del 1900
1890 Art Noveau, Modern Style, Liberty, Floreale, Style Guimard, Jugenstil, Art Joven, Sezession
1900 Astrattismo, Concretismo, Costruttivismo, Divisionismo (Pointillisme), Tatlismo
1905 Espressionismo, Les Fauves, Il Ponte, La Tempesta, Il Cavaliere Azzurro
1907 Cubismo (Cubismo analitico, Cubismo Sintetico, Cubismo orfico) fino al 1914
1908 Gruppo del Bateau-Lavoir
1909 Futurismo
1912 Orfismo
1913 Corrente fino al 1938, Pittura Assoluta, Suprematismo
1916 Dadaismo, Metafisica,
Valori Plastici
1917 Neoplasticismo, De Stijl
1919 Bauhaus
1920 Realismo Magico,Verismo fino al 1930
1921 Surrealismo
1922 Novecento, Muralismo Messicano
1924 Elementarismo, M.A.C.(Movimento di Arte Concreta), Espace
1925 La Scuola Romana fino al 1931
1928 Gruppo dei Sei
1929 Aereopittura, Chiarismo
1946 Il Fronte Nuovo delle Arti
1947 Arte Grezza (Art Brut), Spaziale (Spazialismo), Action Painting,
Forma 1
1948 Gruppo Co.Br.A. Gruppo Reflex
1950 Nuova Figurazione fino al 1959, Pop Art, Minimalismo, Naïf
1952 Arte Nucleare, Gruppo 58,
Phases, Gruppo degli Otto, Gruppo Manes, Informale
1954 Gutaj
1958 Azionismo (Wiener Aktionismus),Gruppo 58, Happening, Nuovo Realismo(Noveau Rèalisme)
1960 Arte Povera, Anti-Form
1961 Fluxus, Arte Cinetica, Gruppi: T, N, 1, Zero, Gruppo GRAV, Arte Programmata
1965 Op Art (Optical Art)
1967 Concettuale, Funk Art
1968 Body Art, Mail Art, Monoha
1969 Land Art
1970 Anacronismo fino al 1980, Graffiti Art (Graffitismo) fino al 1970
1972 Iperrealismo
1975 Poesia Visiva (Narrative Art)
1980 Magico Primario, Nuovi Nuovi
1982 Transavanguardia, Nuovi selvaggi (Neven Wilden)
1992 Massurrealismo, Post-Human
1993 Cracking Art
1996 Iperspazialismo
1997 Bad Painting
1990 Gruppo Sinestetico




ACTION PAINTING
Espressione inglese che significa Pittura d’azione e che definisce una particolare corrente artistica contemporanea, che si vale di strumenti Jackson Pollock (Scheda Ceris) nel 1947, permise così all’artista di “sentirsi più vicino, quasi parte integrante della pittura”. Il termine francese “tachisme” ne é virtualmente un sinonimo.
pittorici di ogni genere, da quelli ortodossi ai più volgari, lo spruzzare, lo sgocciolare, persino il gettare della materia sul dipinto e che implica perciò anche l’impiego di spatole e di cazzuole. Detta tecnica, che fu inaugurata da
                Tra i maggiori esponenti ricordiamo anche Willem De Kooning, Franz Kline e Mark Rothko






AEREOPITTURA
Genere pittorico tendente ad esprimere le sensazioni dinamiche del volo.
Fu una delle componenti predilette del secondo Futurismo italiano e trovò la sua formulazione nel manifesto del 1929 (Pippo Oriani, Arturo Ciacelli, Bruno Munari).
              Già nel 1918, tuttavia, il futurista inglese Nevinson aveva dipinto quadri di guerra sul volo e in Italia l’esaltazione per la dinamicità della macchina aveva interessato la poesia (con Marinetti, Folgore e Buzzi) e la musica; nel 1919, infatti, il musicista futurista Balilla Pratella aveva realizzato la prima "aeromusica" con l’opera "L’aviatore Dro".
              Il primo dipinto italiano sul volo fu di Fedele Azari in arte Dinamo e venne presentato alla Biennale veneziana del 1926, mentre nel ’29 Gerardo Dottori (autore anche del "Trittico della velocità") compose la grande decorazione per l’aeroporto di Ostia. Anche Guglielmo Sansoni in arte Tato va ricordato fra i protagonisti dell'Aereopittura e tra i dipinti più notevoli vanno ricordati:"Spiritualità dell’aviatore" (1929) e "Mistero aereo" (1930) di Luigi Colombo in arte Fillia, "Conquista dello spazio" (1932) di Pippo Oriani e "Quota 2000" (1934) di Nino Costa. Con la morte di Marinetti e con il crollo del fascismo, il movimento si sciolse. Tuttavia ricordiamo un tenace artista che fino al 2004 ha retto ancora la bandiera del futurismo e dell'aereopittuta: Osvaldo Peruzzi





ANACRONISMO
ll movimento artistico Anacronismo si sviluppa in Italia tra la fine degli anni 1970 e la metà degli anni 1980. Si contrappone al concettuale internazionale, alla pratica espositiva delle installazioni e alle tecniche multimediali. Fin dagli inizi l’Anacronismo fu teorizzato e sostenuto dal critico d’arte, Maurizio Calvesi, che presentò alcuni artisti alla Biennale di Venezia del 1984, evidenziandone il carattere provocatorio e le valenze di rottura.
                Alla omologazione dei linguaggi il nuovo movimento risponde con una riflessione sul tempo, lontano o recente, e un esercizio imperniato sulla "citazione", tra storia e meta-storia dell’arte.
                Gli anacronisti si richiamano a un background culturale neo-umanistico tipicamente italiano, riformulano pittoricamente un soggetto e contaminano liberamente iconografie "classiche". I protagonisti del movimento sono Carlo Maria Mariani, Franco Piruca, Alberto Abate, Stefano Di Stasio, Ubaldo Bartolini, Paola Gandolfi, Omar Galliani, mentre Salvo e Luigi Ontani pur riconoscendosi "anacronisti" sono più vicini per la varietà dei loro lavori al gruppo dei Nuovi nuovi.
                Il ritorno alla pittura ha gettato le basi per una rivisitazione dialettica del linguaggio dell’arte, nell’ambito di una coscienza del fare arte che costituisce un’«alternativa europea», radicata nella storia, al caso americano. In tal senso le opere più rappresentative dalla fine degli anni ‘70 fino a oggi dialogano con quelle dei principali artisti del vecchio continente, che si sono trovati a convergere sulla stessa linea dell’Anacronismo italiano, quali Gérard Garouste (Francia); Hermann Albert, Peter Chevalier, Stephanus Heidacker, Klaus Karl Mehrkens, Thomas Schindler (Germania); Stephen Mc Kenna, John Kirby (Inghilterra); Carlos Forns Bada, Sigfrido Martin Begué, Guillermo Pérez Villalta (Spagna).




ANTI – FORM
Espressione con cui si presenta un movimento artistico nato dalle teorie di Robert Morris in contrapposizione alla Minimal Art e all' Arte Povera.
In pratica i materiali adoperati dagli artisti, le geometrie delle opere, la stessa gestualità d'azione, sono simili agli artisti delle correnti citate. In alcune opere sono utilizzati forse materiali diversi (morbidi o fluidi) ma certo é che gli interventi e le opere sono rapportate allo spazio in cui sono esposte. Lo spazio prescelto fa parte dell'opera stessa, prende forma quindi l'idea dell'installazione.
Tra i maggiori Ant-formisti ricordiamo anche Joseph Beuys e Barry Flanagan


ARTE CINETICA (GRUPPO T, GRUPPO N) GRUPPO 1, ARTE PROGRAMMATA
Nel 1961, quando nel mondo si scontravano opinioni diverse sull'astrattismo, sull'arte concreta, sull'arte espressionista e sulla figurazione, furono organizzate a Zagabria alcune mostre, occasione d'incontro tra artisti di provenienza diversa, sia geografica che artistica, alla ricerca di qualcosa di nuovo. Nacque quindi l'Arte Cinetica, in parte legata a osservazioni di tipo psicologico, comprende: "oggetti in movimento" (di Alexander Calder, Bruno Munari), esperimenti mediante "trucchi percettivi" (Victor Vasarely, Gruppo T (T sta per tempo) (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi e in un secondo tempo Grazia Varisco), Gruppo N (Alberto Biasi,Edoardo Landi,Toni Costa,Ennio Chiggio,Manfredo Massironi)), dove il movimento è dato dallo spostamento dello spettatore e "oggetti che si lasciano muovere" o meglio, che acquistano particolari caratteristiche (Munari, Mari), grazie ad un intervento esterno.
                     Tra i protagonisti di questo che diventerà un movimento artistico europeo, citiamo ancora: Julio Tinguely, Pol Bury, Jean Le Parc, Sol LeWitt, Joseph Kosuth, il gruppo Zero di Dusseldorf e quello del GRAV (Groupe de recherche d'art visuel) che nacque a Parigi nel luglio del 1960.
                     Si costituisce a Roma nello stesso periodo, raccogliendo in sé elementi eterogenei di impostazione gestaltica il Gruppo Uno.
Gli artisti che lo componevano, intendevano svolgere operazioni di gruppo realizzando opere che arricchissero “l’alfabeto formale tramite il controllo razionale della conoscenza”. Cercavano dei segni che rappresentassero la simbologia essenziale della vita, capaci con la loro geometria di creare un nuovo linguaggio ”storico”. Ne facevano parte, tra gli altri, Biggi, Carrino, Frascà, Pace e Uncini.
 


ARTE IMPEGNATA (ART ENGAGE')
"Arte impegnata" (in francese "art engagé" vorrebbe significare in senso traslato, liberamente inteso, "arte che si propone un fine specifico").  
          L'espressione fu particolarmente usata per l'arte francese compresa fra il 1820 ed il 1850, un'arte che poneva l'accento sulla contemporanea storia sociale e politica.
          In tale categoria, si può comprendere la raffigurazione di avvenimenti contemporanei, come nella "Zattera della Medusa" di Théodore Géricault, l'allegoria politica come nelle opere di Jaques Louis David, la satira sociale, come nella produzione grafica di Honorè Daumier.
Gruppo di artisti che nel secondo dopoguerra, continuando idealmente la linea di Surrealismo e Dadaismo, intraprende un'azione destabilizzante nei confronti delle convenzioni estetiche, dei luoghi comuni e della retorica ufficiale. Rifiutando ogni dogmatismo, autori quali Enrico Baj e Sergio Dangelo firmeranno a Bruxelles nel febbraio 1952 alla Galerie Apollo, il Manifesto programmatico, e la"Peintures nucleaires" A questo movimento aderiranno ben presto Gianni Bertini, Gianni Colombo, Leonardo Mariani, Enzo Preda, Antonino Tullier, Giuseppe Allosia, Alberto Biasi, Mario Colucci, Lucio Del Pezzo, Bruno Di Bello, Gianni Dova, Sergio Fergola, Asger Jorn, Lanfranco, Luca, Piero Manzoni, Mario Persico, Recalcati, Mario Rossello, Max G. Rusca, Pino Serpi, Ettore Sordini, Serge Vandercam, Angelo Verga. Tra le personalità di maggior rilievo che facevano parte del gruppo contano Guido Biasi, Lucio Del Pezzo e Sergio Fergola fondatori in seguito a Napoli del Gruppo 58. Questi rimisero in discussione gli elementi costruttivi della pratica artistica (forma e colore, materia e stile) senza escludere le stesse nozioni di invenzione e creazione.
               Consapevoli dell'esistenza di universi subumani e subatomici nascosti, costituiti da microbi, feti, ed embrioni, da radazioni e onde magnetiche e da funghi atomici, essi mirarono a rappresentare entità non visibili, governate dal caso e potenzialmente pericolose, instaurando un nuovo rapporto con la realtà.
               Le Tecniche privilegiate furono il tachismo, il frottage, l'action painting e il collage. Manifesti e azioni pubbliche ne accompagnarono la produzione pittorica.



ARTE GREZZA (ART BRUT)
L'Art Brut é un'espressione francese significante, all'incirca, "l'arte grezza". Il movimento affiorato nel 1947, nasce da una definizione di Jean Dubuffet che esprime un modo nuovo d'accostarsi all'arte, per cui le convenzioni estetiche tradizionali del mondo occidentale vengono respinte in favore di un linguaggio pittorico genuino e immediato, paragonabile al sostrato istintivo che possiamo cogliere nell'arte primitiva ed arcaica, in quella infantile dei bambini o in quella dei malati di mente.Tali segni e disegni incontrollati, anche trovati casualmente, furono esposti a Parigi in una mostra appunto del 1947 e poi raccolti nei "Cahiers de l’art brut".
Fra i suoi esponenti citiamo Jean Dubuffet,
Da lì a poco  sempre in Italia nascerà l'Arte Programmata termine coniato dal suo più valido esponente: Bruno Munari che insieme a Giorgio Soavi a Milano, presso un negozio Olivetti, e precisamente nel maggio1962, presenteranno una mostra denominata appunto "Arte Programmata"destinata a spostarsi a Roma e a Venezia. Espongono il Gruppo T, il Gruppo N, Enzo Mari, Munari, Getullio Alviani e il Groupe de recherche d’art visuel. Lo scritto in catalogo è di Umberto Eco che ne illustrerà le finalità. "L'opera artistica non può essere un pezzo unico, diceva Munari, ma bisogna mirare alla serialità per dare così la possibilità a più persone di possedere un'opera d'arte anche se riprodotta ."



ARTE NUCLEARE, GRUPPO 58


Gruppo di artisti che nel secondo dopoguerra, continuando idealmente la linea di Surrealismo e Dadaismo, intraprende un'azione destabilizzante nei confronti delle convenzioni estetiche, dei luoghi comuni e della retorica ufficiale. Rifiutando ogni dogmatismo, autori quali Enrico Baj e Sergio Dangelo firmeranno a Bruxelles nel febbraio 1952 alla Galerie Apollo, il Manifesto programmatico, e la"Peintures nucleaires" A questo movimento aderiranno ben presto Gianni Bertini, Gianni Colombo, Leonardo Mariani, Enzo Preda, Antonino Tullier, Giuseppe Allosia, Alberto Biasi, Mario Colucci, Lucio Del Pezzo, Bruno Di Bello, Gianni Dova, Sergio Fergola, Asger Jorn, Lanfranco, Luca, Piero Manzoni, Mario Persico, Recalcati, Mario Rossello, Max G. Rusca, Pino Serpi, Ettore Sordini, Serge Vandercam, Angelo Verga. Tra le personalità di maggior rilievo che facevano parte del gruppo contano Guido Biasi, Lucio Del Pezzo e Sergio Fergola fondatori in seguito a Napoli del Gruppo 58. Questi rimisero in discussione gli elementi costruttivi della pratica artistica (forma e colore, materia e stile) senza escludere le stesse nozioni di invenzione e creazione.
               Consapevoli dell'esistenza di universi subumani e subatomici nascosti, costituiti da microbi, feti, ed embrioni, da radazioni e onde magnetiche e da funghi atomici, essi mirarono a rappresentare entità non visibili, governate dal caso e potenzialmente pericolose, instaurando un nuovo rapporto con la realtà.
               Le Tecniche privilegiate furono il tachismo, il frottage, l'action painting e il collage. Manifesti e azioni pubbliche ne accompagnarono la produzione pittorica.
              Va ricordata la loro partecipazione al Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, la collaborazione alla rivista Phases e la scoperta del raffinato grafismo giapponese. Tra il 1955 e il 1959 uscirono quattro numeri della rivista Il Gesto, portavoce dell'Arte nucleare.

 
 

ARTE POVERA (ARTE PROCESSUALE)
Movimento artistico sorto in diversi paesi negli anni sessanta con l’intento di riproporre l'arte con semplicità, ed evidenziare più che l'oggetto o il processo creativo, il fare puramente pragmatico dell'arte. Esplode in tutto il mondo il fenomeno di un'arte realizzata attraverso l'uso di materiali primari, fortemente incentrata sull'esperienza personale dell'artista ma tendente anche a coinvolgere emotivamente e concettualmente lo spettatore.
In Italia la declinazione di questo particolare momento ha trovato la sua espressione più complessa negli artisti riuniti sotto la comune definizione di "Arte Povera": Giulio Paolini, Gilberto Zorio, Alighiero Boetti, Claudio Parmiggiani, Pierpaolo Calzolari, Gino De Dominicis rappresentano al meglio questa stagione, e in particolare il suo versante più esplicitamente concettuale : a parte il caso di Zorio (creatore di "macchine" energetiche dal forte impatto visivo e sensoriale), infatti, la ricerca di Calzolari, Boetti, Paolini, Parmiggiani e De Dominicis si è sempre indirizzata verso una sofisticata riflessione intorno ai meccanismi del vedere, senza mai rinunciare all'elaborazione di un'immagine di grande suggestione emotiva. 
                   Il quadro nel quadro di Paolini, il doppio ritratto di De Dominicis, la scrittura di Boetti e di Calzolari, l'invenzione alchemica di Parmiggiani sono le migliori dimostrazioni di questa poetica, che trova anche negli strumenti del fare (la fotografia, l'arazzo, il sale, il calco) una sua peculiare caratterizzazione.
                   Tra i padri riconosciuti di questi artisti va senza dubbio ricordato Piero Manzoni, l'artista milanese scomparso giovanissimo, che attraverso le sue provocazioni intellettuali e i suoi azzeramenti cromatici ha contribuito in maniera decisiva a rinnovare il panorama della ricerca artistica italiana nei primi anni Sessanta.
                   Altri personaggi che possono considerarsi tra gli antecedenti di questa vicenda sono: Vasco Bendini, Jannis Kounellis, Piero Gilardi con i suoi "tappedi-natura" in gommapiuma, Pino Pascali con le sue "pozzanghere", Michelangelo Pistoletto con i suoi specchi, Mario Ceroli con le sue sagome di legno e Joseph Beuys con il suo interesse "alchemico".

  



ART  NOUVEAU
Uno stile che si diffuse in Europa e in America tra il 1890 ed il 1910, assumendo il nome di “Art Nouveau” (termine francese e belga). In Gran Bretagna assunse il nome  di "Modern Style", negli Stati Uniti di “Liberty”, in Italia di “Floreale”, di “Style Guimard” in Francia, di “Jugendstil” in Germania, di "Arte Joven" in Spagna e "Sezession" in Austria".
                  Specchio fedele del gusto della classe dirigente borghese, detto movimento, si dedicò particolarmente alla decorazione di interni e, sebbene fosse nato per aprire nuove vie alla pittura, esercitò le sue influenze più profonde nel campo delle arti applicate.
                  Le forme che caratterizzano l’Art Nouveau traggono origine dalla vita delle piante e degli esseri animati, con una spiccata tendenza alla sinuosità, alla longilineità, alla deformazione asimmetrica, ma sempre con raffinato intellettualismo.
                  Tale tendenza decorativa già compare in opere di Gauguin, di Munch, di Ensor, di Hodler e dei Nabis.
                  In ambito grafico diede forte impulso alla cartellonistica, specie ad opera di Bonnard, Toulouse-Lautrec, Jules Chéret, Eugène Grasset, Mucha, Caran d’Ache e Cappiello.
                  Tra i maggiori protagonisti citiamo: due architetti tra tutti, Victor Horta e Antonio Gaudì, un pittore Gustav Klimt, Tiffany soprattutto per l’arte del vetro, Beardsley per l’illustrazione.



ASTRATTISMO, DE STIJL
Tendenza artistica delineatasi verso gli inizi dei XX secolo, caratterizzata da un approccio che, partendo dallo studio della forme e dei principi della percezione, approdò alla messa al bando di ogni contenuto realistico. Il mondo esterno non è più oggetto d'imitazione: il quadro ha per referente se stesso.
                 Nel 1910, per la prima volta nella storia dell'arte, V. Kandinskij realizzò un acquarello che escludeva deliberatamente ogni riferimento alla realtà circostante. L'avvento dell'arte astratta costituisce l'inevitabile punto d'arrivo di un processo evolutivo (quello delle avanguardie) la cui tappe fondamentali sono la cézanniana riduzione dell'oggetto all'essenzialità geometrica, la concezione espressionista del quadro come campo dinamico, l'eliminazione della rappresentazione prospettica dei cubisti, la possibilità di un linguaggio autonomo di puri colori suggerita dai Fauves.
                  In sostanza, l'autonomia della forma, congiunta a quella del colore, portò alla disintegrazione dello spazio tridimensionale, e questa a sua volta, alla dissoluzione progressiva dell'oggetto fino alla sua scomparsa.
                  Pionieri della pittura astratta sono Kandinskij, Mondrian e Malevitch. Partendo dall'analisi della specificità della ricerca formale e della percezione visiva, essi definirono un linguaggio fondato sulle potenzialità espressive del colore e sul ritmo prodotto dai rapporti reciproci di forme pure.
                  Nell'opera di Kandinsky prevale un'esigenza "lirica" che, basandosi sul valore evocativo ed emotivo del colore, produce composizioni liberamente strutturate su assonanze e dissonanze ispirate al modello della musica intervenendo direttamente sulla psiche dello spettatore. Di qui l'appellativo di
"astrazione lirica" in contrapposizione a quello di "astrazione geometrica"attribuito invece all'arte di Malevitch e Mondrian.
                 Malevitch attraverso un approccio analitico, crea un'immagine armonica e dinamica, basata sulla semplificazione radicale di forma e colore e ordinata secondo rapporti numerici e formali rigorosamente stabiliti in cui ciò che conta è il perfetto equilibrio tra le parti. Il suo dipinto intitolato Quadrato nero su fondo bianco segnò l'esordio del suprematismo (Liubov Popova e Lazar Markovic Lisitskij detto El Lisitskij). L'opera pittorica non è più semplice imitazione della realtà ma è essa stessa realtà come qualsiasi altro oggetto del mondo fenomenico, non è una dimostrazione di abilità, ma la materializzazione di un'idea.
                  Mondrian porta alle estreme conseguenze il processo di riduzione e di decomposizione dell'immagine cubista e realizza un'arte fondata su puri rapporti formali i cui elementi strutturali si limitano alle linee verticali e orizzontali, ai colori primari (giallo, rosso e blu) al bianco della tela e al nero della griglia di linee ). Pur ricca di connotazioni simboliche ed esistenziali (matafisiche), la sua opera non lascia apparire che una superficie densa ad opaca, fatta di proporzioni spaziali, di ritmi formali e di accordi e contrasti cromatici.
                  A questi principi si conforma la tradizione non figurativa che andrà diffondendosi in tutta Europea: in Unione Sovietica il Raggismo (Mikhail Larionov) e il Constructivisme (Malevitch, Taitlin, Gabo, Antoine Pevsner, Aleksandr Rodcenko, El Lisitskij); in Olanda De Stijl (Lo Stile) una rivista che darà pure nome ad un movimento il Neoplasticismo 1917-23 (Mondrian, Van Doesburg, Oud); in Inghilterra il Vorticismo (Wyndham Lewis ed Ezra Pound); in Germania il Bauhaus 1919 (Klee); in Francia Cerde et carrè 1929 e Abstraction Creation 1931; in Italia i Razionalisti (Radice, Manlio Rho e Galli).
                  Oltre ai costruttivisti russi, altri scultori aderirono ai modi dell'estrazione: Alexander Archipenko, Brancusi, Arp, Ossip Zadkine.
                  Ciò che distingue nettamente l'astrattismo dalle altre avanguardie (come pure la visione del mondo dei fondatori da quella degli artisti che applicano le regole astratte solo in modo transitorio ed occasionale) é la connessione di impegno estetico e impegno morale: la creazione di un linguaggio artistico rivoluzionario mirava utopicamente al miglioramento della condizione umana.



AZIONISMO WIENER AKTIONISMUS
Hermann Nitsch, è stato l'esponente di punta dell'"azionismo" viennese (Wiener Aktionismus), movimento che ha elaborato una poetica coinvolgente direttamente il corpo, (Body Art) attraverso azioni dal forte carattere rituale.
               Le tracce di queste performances si ritrovano sulle tele di Nitsch come testimonianze crude di un evento che porta l'arte a sconfinare sino ai limiti del teatro.
                L'artista viennese già nel 1958 si esprimeva in azioni altamente violente. Ha creato il TEATRO DELLE ORGE E DEI MISTERI, che consiste in performances simili a riti a metà fra il satanico e l'orgiastico in cui egli, in presenza di un fitto pubblico (in preda ai conati) finge di sacrificare animali squartandoli davanti a tutti e facendo colare interiora e materia sanguinolenta su esseri umani vivi che si fingono vittime dei suoi sacrifici. Tutto questo è accompagnato da una musica non ben definita ma che sicuramente riesce a creare una atmosfera allucinante: Nitsch dice che lo scopo delle sue azioni è il coinvolgimento totale dei partecipanti che si sentono poi liberati dalla violenza e dalle manie omicida accumulate durante tutti i giorni. In tutti gli uomini si nasconde un potenziale assassino!!
Nitsch ha persino acquistato un tetro castello nei pressi di Vienna dove ambientare le sue performances.
                Tra i suoi più validi esponenti citiamo anche Günter Brus ed Otto Mühl

Da lì a poco  sempre in Italia nascerà l'Arte Programmata termine coniato dal suo più valido esponente: Bruno Munari che insieme a Giorgio Soavi a Milano, presso un negozio Olivetti, e precisamente nel maggio1962, presenteranno una mostra denominata appunto "Arte Programmata"destinata a spostarsi a Roma e a Venezia. Espongono il Gruppo T, il Gruppo N, Enzo Mari, Munari, Getullio Alviani e il Groupe de recherche d’art visuel. Lo scritto in catalogo è di Umberto Eco che ne illustrerà le finalità. "L'opera artistica non può essere un pezzo unico, diceva Munari, ma bisogna mirare alla serialità per dare così la possibilità a più persone di possedere un'opera d'arte anche se riprodotta ."



BAD PAINTING
Espressione derivante dal trash inglese (spazzatura) che ha interessato diversi linguaggi sonori e visivi. Nella pittura, la Bad Panting, sminuisce con immagini inutili e spesso volgari, temi ritenuti importanti. Nello stesso tempo, al contrario, sono esaltati con una sorta quasi di kitsch esasperato, temi banali e frivoli.
               L'artista Chris Ofili, uno tra i più validi esponenti della Bad Panting, aveva già provocato uno scandalo nel 1997, quando i suoi quadri di sterco di elefante, (vedi foto) brillantini e ritagli porno, avevano attirato gli strali dei visitatori della mostra Sensation, che raccoglieva la pattuglia più nutrita e irriverente dei Young British Artists. Oggi invece l'Inghilterra gli dedica una mostra retrospettiva alla Serpentine e gli consegna il più prestigioso premio per la pittura.
               In america, diviso tra lo studio di New York e quello in Italia a Roma, si distingue Mark Kostabi pittore ed anche compositore. Proprio in Italia recentemente molti giovani pittori si stanno avvicinando a questo "movimento" artistico.


 


BAUHAUS
All’inizio del 1919, l’architetto Walter Gropius assume la direzione di un istituto sorto a Weimar dalla fusione dell’Accademia d’Arte e della Scuola d’Artigianato artistico, che doveva avere come nucleo fondamentale la sezione di architettura. Gropius lo chiamò "Bauhaus", nel ricordo della corporazione edile medievale, la Bauhütte e ne delineò gli scopi in un manifesto. Il corso completo durava tre anni e mezzo, alternando lezioni teoriche a sperimentazioni su materiali e processi di lavorazione. Dalla scuola usciva una ricca letteratura di documentazione, si organizzavano esposizioni, conferenze e spettacoli. Vennero subito apportate importanti innovazioni rispetto agli schemi di strutturazione scolastica tradizionale. Sulla base del concetto fondamentale che andava abbattuta qualunque separazione tra arte e artigianato, le classi vennero trasformate in officine, dirette ognuna da un artista (Formmeister) e da un maestro artigiano. Prima di ogni realizzazione veniva esaminato attentamente il materiale, se ne valutavano le possibilità e il miglior impiego e l’allievo era libero di scegliere ciò che sentiva a sé più congeniale. Il criterio corporativo che è alla base del Bauhaus, la sua apertura ai giovani e l’interpretazione romantica del mondo che ne derivano, vi fecero convergere i più grandi artisti del tempo. Del primo Consiglio di Maestranza fecero parte Lyonel Feininger, lo scultore China Marcks e Johannes Itten, insegnante d’arte, oltre che pittore. Seguirono l’architetto Hannes Meyer, il pittore August Macke, Paul Klee (nel 1921), Oskar Schlemmer, Lothar Schreyer, Vassilij Kandinskij (nel 1922) e infine Lálzló Moholy-Nagy. Queste autorevoli presenze, se da un lato fanno intendere quale straordinario centro costituisse il Bauhaus, indicano per altro canto l’evoluzione profonda avvenuta all’interno stesso del movimento. Infatti, dall’originaria impostazione espressionistica, si verifica un passaggio sempre più netto al purismo costruttivo. Questo radicale mutamento interno non tardò a creare divergenze che fecero gradualmente allontanare i personaggi legati al Bauhaus prima maniera. Allorché, nel 1925, l’opposizione governativa costrinse l’istituto a trasferirsi a Dessau, la svolta verso il funzionalismo divenne definitiva. L’arte venne considerata sempre meno necessaria finché, nel ’28, lo stesso Gropius si allontanò dal Bauhaus. Le difficoltà politiche divenivano intanto sempre più gravi. Inutilmente Mies Van der Rohe, che ne aveva assunto la direzione nel 1930, tentò di rinsaldare il principio originario della coesione di tutte le arti. Nel ’32 il Bauhaus dovette trasferirsi a Berlino e nel ’33 fu definitivamente chiuso da Göring come "covo di bolscevismo culturale. Ma intanto gli artisti che ne avevano fatto parte, disseminati in tutto il mondo, portarono le loro esperienze, esercitando sui giovani una influenza profonda.



BODY ART
Del 1968 si è diffusa una corrente artistica la body art, che usava il corpo (dall'inglese body appunto), come "supporto" per creare un'opera d'arte.
              Il corpo riusciva ad essere molto più espressivo di tutte le tecniche possibili, anzi, il corpo da solo doveva essere in grado di esternare il mondo interiore, le angosce, i dolori, i problemi di coloro che lo mostravano.
               La body art ben presto fu definita un'espressione concettuale: proprio perchè ciò che stava fuori doveva essere un ponte che portava all'interno, all'anima.
              Molti artisti si sono dati alla body art in quel periodo, disseminando scandalo ovunque, perchè ogni azione del corpo poteva essere mostrata in presenza del pubblico, anche le più private e imbarazzanti, come espletare i propri bisogni fisici, masturbarsi, torturarsi...
              I critici e gli studiosi, hanno fornito una quantità infinita di spiegazioni e interpretazioni alle azioni dei body-artisti come pure la psicanalisi.                
              Gli artisti hanno creduto di trovare in queste manifestazioni lo sfogo e la liberazione dalle proprie angosce, hanno mostrato in pubblico la loro perversione o la loro omosessualità o il loro narcisismo per accettarli o farli accettare agli altri, o perché, sentendosi deboli, hanno creduto che il mostrare i propri difetti e le proprie insicurezze li avrebbe resi più forti e in grado di affrontarli.
              Tra gli artisti che hanno provocato maggior interesse citiamo il più importante, Hermann Nitsch, un artista viennese che dal 1958 si esprime in azioni altamente violente. Nitsch ha creato il TEATRO DELLE ORGE E DEI MISTERI, che consiste in performances simili a riti a metà fra il satanico e l'orgiastico in cui egli, in presenza di un fitto pubblico (in preda ai conati) finge di sacrificare animali squartandoli davanti a tutti e facendo colare interiora e materia sanguinolenta su esseri umani vivi che si fingono vittime dei suoi sacrifici. Tutto questo è accompagnato da una musica non ben definita ma che sicuramente riesce a creare una atmosfera allucinante: Nitsch dice che lo scopo delle sue azioni è il coinvolgimento totale dei partecipanti che si sentono poi liberati dalla violenza e dalle manie omicida accumulate durante tutti i giorni. In tutti gli uomini si nasconde un potenziale assassino!!
Nitsch ha persino acquistato un tetro castello nei pressi di Vienna dove ambientarli.
                Un altro personaggio alquanto interessante è Vito Acconci, italo-americano, il cui scopo è il continuo bisogno di comunicare attraverso un linguaggio tutto suo, col corpo. Per capire i suoi gesti bisogna conoscere i titoli delle sue esibizioni o performances: in "sfregando un pezzo" egli si è seduto ad un ristorante ed ha cominciato a grattarsi un braccio fino a farlo sanguinare; in "opening" si è strappato tutti i peli attorno all'ombelico per fare un po' di spazio; in altre performance si mostra completamente nudo nascondendo gli attributi in mezzo alle gambe.
                L'ultima artista che segnaliamo è una francese scomparsa da qualche anno, che aveva scelto di rischiare la propria vita ogni qualvolta si esibiva: Gina Pane. Famosa per le azioni in cui si tagliava con una lametta varie parti del corpo, come l'orecchio o la lingua, o le mani; si piantava spine di rose nelle braccia per esprimere l'angoscia di un rapporto d'amore doloroso. Ogni dolore interno è mostrato all'esterno come una ferita ed é inteso come nel medioevo, come elevazione spirituale.




CHIARISMO
Movimento pittorico italiano sorto intorno al 1929, così definito da Guido Piovene per le tonalità luminose, tenui e delicate con cui venivano trattati i temi prediletti del ritratto e del paesaggio. Di questa pittura in contrapposizione al Novecento fu caposcuola Umberto Lilloni insieme a Angelo Del Bon, Adriano di Spilimbergo, Francesco De Rocchi, Facciotto e, in un secondo tempo, anche Cristofaro De Amicis. Sostenuti dalla personalità carismatica di Edoardo Persico, questi pittori non avevano precisi programmi, ma opponevano le loro visioni lievi e limpide, spesso sottilmente intimiste, al monumentale accademismo novecentista e alle istituzioni che lo sostenevano.




CONCETTUALE
Il termine "Arte concettuale", comparso per la prima volta nei "Paragrafi sull’Arte Concettuale" di Sol LeWitt (in "Artforum" 1967 Paragraphs on Conceptual Art), indica una tendenza artistica che da maggior rilievo al concetto, al procedimento mentale piuttosto che all’oggetto artistico. Nel suo testo Sol LeWitt sosteneva che nell’Arte Concettuale l’idea o concetto è l’aspetto più importante del lavoro… l’idea diventa una macchina che crea arte…" Nel suo significato più generico il concettualismo si trova alla base di varie correnti artistiche come la Land art, l’Arte povera, l’Arte di comportamento, l’Arte processuale, ecc. per una certa comune attitudine alla riflessione e alla conoscenza in senso lato. E’ possibile isolare una tendenza più rigorosa, più "pura", quella che fa capo a New York a Joseph Kosuth, Lawrence Weiner, Robert Barry, Douglas Huebler e in Inghilterra ai gruppi Analytical Art e Art-Language. Questi artisti giungono ad eliminare l’oggetto facendo coincidere l’arte con l’idea dell’arte. Il valore non risiede nelle qualità specifiche dell’oggetto, ma nel discorso intorno ad esso. Lo scopo è una definizione del concetto di arte per mettere a nudo sia la convenzione che le contraddizioni che sottendono il sistema artistico.
                   La crisi dell’oggetto artistico rientra nella più vasta crisi dell’idea di oggetto. L’arte Concettuale rifiuta l’oggetto sia perché non ha più valore di modello, in quanto si sono sempre evidenziati solo alcuni degli aspetti che lo caratterizzavano, sia perché in una società di mercato quale quella attuale viene immediatamente coinvolto nella logica di consumo, usato e mercificato. Una nuova situazione: arte senza opera d’arte, e uno degli aspetti fondamentali dell’Arte Concettuale è che può realizzarsi in qualsiasi forma decida di adottare, ma l’oggetto viene sostituito da un concetto.
                   Negli artisti concettuali si fa strada l’idea di un’astratta professionalità vicina al modello del ricercatore scientifico che, al limite, accetta anche l’anonimato. Negli artisti concettuali i procedimenti per formalizzare l’arte sono presi in prestito dalla logica matematica e dalla linguistica strutturale. L’indagine diventa così di tipo linguistico. L’arte è vista, cioè, come idea, come linguaggio, come definizione dell’arte, come conoscenza attraverso il pensiero anzichè attraverso l’immagine. La ricerca in questo tipo di arte usa parole, numeri, diagrammi, curve statistiche.



CORRENTE
Movimento sviluppatosi a Milano tra il 1913 e il 1938.
La sua poetica trovò espressione nella rivista Vita Giovanile fondata nel 1938 dal pittore Ernesto Treccani. Il periodico cambiò presto titolo trasformandosi prima in Corrente di vita giovanile e poi in Corrente parola del movimento fino al 1946.
                   Provenienti da orizzonti culturali assai diversi, gli artisti di Corrente erano animati da un comune desiderio di aprirsi alla cultura moderna europea deplorando le spinte autarchiche e l'isolamento culturale promossi dalla politica fascista.
                   Il movimento nacque da una presa di posizione polemica nei confronti del dogmatisrno formale di Novecento, una nuova libertà espressiva che si muoveva sulla linea di un postimpressionismo ispirato a Ensor e e Van Gogh, agli espressionisti tedeschi e ai Feuves. L'esigenza di rompere con la retorica ufficiale, evitando però di scadere nel generico e nel gratuito, si tradusse in un progetto di arte "impegnata", capace di riconoscere il ruolo dell'artista nelle società e la sua responsabilità politiche e sociali.

                   Nonostante l'unità di intenti e di ideologia nell'ambito di Corrente si delinearono due tendenze: l'una più realista marcata dall'esigenza di un impegno politico e sociale (Guttuso, Morlotti, Treccani), l'altra più astratta e poetica (Birolli, Cassinari, Italo Valenti). Vi fecero parte anche scultori (Sandro Cherchi, Luigi Broggini, Giovanni Paganin), critici (De Grada, Marchiori e Morosini), poeti e cineasti.



COSTRUTTIVISMO (TATLISMO) NEOCONCRETISMO,NEOGESTALTICO
Un movimento artistico che sorse in Russia nei primi decenni del XX secolo; Vladimir Tatlin ne fu uno dei principali esponenti, al punto che il movimento stesso fu pure conosciuto nel suo Paese d’origine, col nome di “Tatlinismo”.
                l Costruttivisti composero sculture, costruzioni a rilievo e modelli architettonici con materiali sino allora non usati per quegli scopi, come: plastica trasparente, metallo tubolare o laminato, fili e vetro.
               Parimenti si occuparono delle concezioni spaziali, s’interessarono ai problemi dei solidi e delI’incidenza visiva della forma nello spazio. L’uso della saldatura nella scultura deriva da codesto gruppo.
               Nel 1920 si tenne una grande Esposizione Costruttivista ed in quella occasione i due fratelli Antoine Pevsner e Naun Gabo pubblicarono il loro “Manifesto Realista” che si riallacciò a taluni principi del Futurismo per quel che concerneva, in arte il movimento nello spazio.
               Motivi politici posero fine in URSS, al Costruttivismo nel 1921, ma alcuni suoi esponenti, fra cui i citati Pevsner e Gabo, continuarono la loro attività nell’Europa Occidentale.
               Nel 1960 Max Bill, in una mostra storica organizzata a Zurigo, pone le basi per quelle correnti d'avanguardia chiamate Neoconcretismo, Neocostruttivismo e Neogestaltico. Le correnti si riallacciano storicamente all’astrattismo geometrico di cui vogliono riproporre le problematiche. L’innovazione rispetto al precedente storico consiste nel tentativo approssimativo ma evidentemente legato a più esatte rigorose ricerche percettive. La ricerca neoconcreta muove nell’ambito geometrico e formale, poggia su basi scientifiche e appunta i suoi prevalenti interessi alla fenomenologia ottica, opponendosi quindi all’Informale, al Tachisme e alla Pittura Segnica. Ne sono tipici esempi Mack e Piene. In tal senso si muovono, sia pure con differenti sfumature, Piero Dorazio, Arnaldo e Giò Pomodoro.
               Nel lavoro dei neoconcretisti il rigore cromatico timbrico e compositivo, a lasciato posto ai texture gradients, o gradienti strutturali, secondo la definizione di Gibson, ovvero all’intento di ottenere attraverso strutture concepite in chiave ottica, effetti di carattere psicologico-estetico. La ricerca viene condotta d’équipe, da cui la nascita di svariati gruppi: Stringenz in Germania, Kalte Kunst in Svizzera, Gruppo T,Gruppo N, in Italia e altri in Europa.




CRACKING ART 
Il movimento Cracking Art è stato fondato da Omar Ronda nel 1993.
Nel corso dello stesso anno la filosofia del gruppo è teorizzata in un manifesto programmatico presentato ufficialmente dallo storico e critico d’arte Tommaso Trini. Cracking per gli artisti appartenenti a questa corrente: è quel processo che trasforma il naturale in artificiale, l'organico in sintentico. Un procedimento drammatico, se non è controllato, una scissione che ci mette tutti di fronte a realtà nuove.
                    La derivazione del nome è chiaramente inglese: crack = schioccare, scricchiolare, spaccarsi, spezzarsi, incrinarsi, cedere, crollare...
                    Cracking è il divario dell'uomo contemporaneo, dibattuto tra naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale.
                    Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in virgin nafta, base per migliaia di prodotti di sintesi, quali la plastica. Tra i maggiori esponenti citiamo il Cracking Art Group composto da: Omar Ronda, William Sweetlove, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti e Kicco.

 



CUBISMO
  Movimento artistico di breve durata (1907-1914) che rivoluzionò il linguaggio figurativo.
                 All'origine del Cubismo si possono individuare due influenze convergenti: la lezione dell'ultimo Cézanne (sulla cui opera nel 1907 si tenne un'importante retrospettiva al Salon d'automne di Parigi) e la scoperta delle arti primitive (le scultura iberica africana e oceanica).
                 L'intento cézanniano di restituire solidità e sostanza agli oggetti e la resa sernplificata della loro plasticità suggerita dalla esperienze estetiche non-occidentali, trovarono espressione nel celebre Les Demoiselles d'Avignon  portato e termine da Picasso nel 1907. Il quadro segnò l'esordio dell'awentura cubista condotta congiuntamente con Braque.
                 Ma la vera rottura con la visione classica in vigore da quattro secoli awenne nel 1910. Abbandonato il punto di vista unitario della prospettiva rinascirnentale, ritratti e nature morte vengono esaminati da numerosi angoli visivi in modo da offrirne una rappresentazione più completa e più razionale. Le forme sono ridotte alla loro struttura geometrica (poliedri, coni e cilindri), chiaroscuro ed effetti atmosferici vengono eliminati, mentre permangono gli effetti di profondità anche se non obbediscono più alle regole prospettiche, ocra e grigi, sapientemente assortiti, tendono quasi alla rnonocromia: il colore non coincide più con la forma né rispetta il colore reale degli oggetti, lo spazio perde la propria omogeneità. Il risultato è un'immagine ermetica che difficilmente lo spettatore può ricomporre rmentalmente.
                  Questo primo stile cubista è denominato analitico.
                  L'imitazione della materia dell'oggetto viene presto sostituita dall'incorporazione nello spazio del quadro di pezzi di carte dipinti (i papiers colles di Braque) e poi da frammenti stessi della realtà brandelli di giornale, partizioni musicali, carte da visita e da gioco, legno, metallo (i collages di Picasso). Queste invenzioni creano le premesse per la svolta cruciale nell'elaborazione del linguaggio cubista segnata da Picasso nel 1913.
                  Limite dei cubisrno analitico era l'aver sacrificato l'unità dell'oggetto alla sua veridicità: dandone un'immagine più fedele e completa, ne aveva però compromesso l'omogeneità. L'intento di Picasso è ora di restituire all'oggetto la sua coesione interna. Dopo aver rigorosamente selezionato gli attributi specifici dell'oggetto, l'artista li riunisce in un'immagine unica sintetica di qui l'appellativo di Cubismo Sintetico dato a questa seconda fase del movimento. Così facendo, egli mira a definire l'equivalente plastico dell'essenza di un oggetto. Non si tratta più, dunque, della frammentazione dell'oggetto nelle sue parti successive, ma di un'immagine che ne sintetizza le materie e le forme essenziali. Braque vi giungerà solo più tardi.
                  Si può infine parlare di Cubismo Orfico a proposito delle ricerche concentrate sul colore e i suoi ritmi astratti (Robert e Sonia Delaunay, Fernand Lèger).
                 Altri autori sensibili a questa problematica si riuniscono nel gruppo della Sezione d'Oro (la regola aurea della geometria) per cercare i rapporti matematici e le possibilità evocatrici delle forme (Jacques Vilion, Francis Picabia, Marcel Duchamp, Frantisek Kupka).
                 Nel Cubismo confluì una serie di tendenze spesso divergenti; molti artisti e scultori, anche se non vi aderirono ufficialmente, ne adottarono il linguaggio. Primi fra tutti Juan Gris e Luis Marcoussis, seguiti poi da Jean Metzinger, Andre Lhote, Albert Gleizes, Henri Le Fauconnier, Fernand Léger e Robert Delaunay.


DADAISMO
 Il Dadaismo, o Movimento Dada, trasse il suo nome dalle prime parole su cui si posarono gli occhi dei suoi promotori, aprendo a caso un vocabolario francese: “dada” é infatti termine infantile (uno tra i primi suoni articolati che emette il bambino) che può anche essere usato per significare “cavalluccio di legno”.
                  Il movimento nacque a Zurigo nel 1916 ad opera di alcuni artisti e scrittori ivi rifugiatisi. Per reagire contro le terribili emozioni suscitate dalla prima guerra mondiale e contro le correnti teorie artistiche ufficiali od ufficializzate, si propose di sostituire ad una logica convenzionale un ordine irrazionale da cui potessero affiorare nuove verità.
                  Il movimento Dada ostentò l’assurdo, I’immediato, il casuale.
Il poeta Tristan Tzara, i pittori e scultori Jean Arp, Francis Picabia e Marcel Duchamp furono i capi del Dadaismo che successivamente suscitò grande scalpore presso il pubblico con le sue idee di "anti arte". Le mostre Dada comprendevano oggetti prefabbricati ed associazioni di materiali disusati e incongruenti. Nasce il Ready-made  termine inglese coniato da Duchamp nel 1913 che significa pronto, confezionato. E' un oggetto di uso comune trattato come opera d' arte.
                 Ad una oramai famosa esposizione tenutasi a Colonia nel 1920, gli spettatori furono invitati a rompere gli oggetti esposti, invito che fu prontamente accolto!



DIVISIONISMO, (PUNTINISMO - POINTILLISME)
 E' il termine italiano che corrisponde a quello francese di Pointillisme (puntinismo) ossia ad una forma di Neo-Impressionismo che nutrì particolari interessi ottici. E' una tecnica che si vale del principio che i colori, disposti uno accanto all’altro puri, divisi anziché mescolati, (da qui il termine divisionismo) vengono a comporsi tra loro con maggiore luminosità, fondendosi nella retina piuttosto che impastarsi sulla tavolozza. Quindi i Divisionisti e i Pointillistes dipinsero a pennellate brevi, spezzate, a puntini, trattini, virgolette di colori puri che, ad una certa distanza, offrivano un unitario risultato di intonazione cromatica.
                    Entro certi limiti, un tale procedimento era stato anticipato dal mosaico. Il Divisionismo - nei suoi vari aspetti e nelle sue diramazioni - fu praticato con particolare intensità nell’ultimo ventennio del XIX secolo.
                    Fra i maggiori esponenti ricordiamo il francese Georges Seurat, Paul Signac e gli italiani Giovanni Segantini, Sandro Parmeggiani, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati e Angelo Morbelli che aderirono anche loro al movimento con una loro particolarissima tecnica.

     

ELEMENTARISMO, CONCRETISMO, MAC
Una corrente promossa da Theo Von Doesburg che ne elaborò le prime formule teoriche nel 1924 coniando il termine che le definì solo due anni più tardi ed usandolo la prima volta in un numero della rivista “De Stijl”.
                     Rappresenta una diversione dal Neo - plasticismo di Mondrian, imperniato su linee verticali ed orizzontali, perpendicolari le une alle altre.
                     L’Elementarismo (o Concretismo) è un'arte o movimento prettamente astratto non figurativo che si avvale, invece, di piani inclinati e di linee diagonali, usati come mezzi atti a suscitare un senso d’instabilità e di sorpresa.
                    Abbraccia tutte le forme di pittura geometrica in opposizione ai vari movimenti dell’astrattismo lirico (informali, tachisti, gestuali, segnici, materici, action painting ecc.).
                     Il termine "concreto" era forse già stato utilizzato da Kandinskij per il suo primo acquerello astratto del 1910. Tuttavia, esso cominciò ad affermarsi nel ’47 con la mostra internazionale a Milano "Arte astratta e concreta"
                     Proprio in Italia, nel 1948 fu fondato un Movimento di Arte Concreta, appunto nominato MAC che confluirà nel gruppo francese Espace. Tra i fondatori Bruno Munari, Gillo Dorfles, Atanasio Soldati, e Monnete e tra i maggiori esponenti Dorazio e Barisani. Per gli artisti del Movimento Arte Concreta il dialogo con la tecnologia e la scienza si svolge all'ombra dell'architettura e dell'ingegneria: le nozioni di progetto e design sono il tramite per rispolverare e ampliare i presupposti del modernismo, combinandoli con una nuova scienza dei materiali industriali.
       


FAUVES (LES)
   Il termine designa una tendenza artistica che, diffusasi in tutta Europa nei primi due decenni del Novecento, fece dell'espressione (da ex-premere, owero spingere fuori, forzare all'esterno) del sentire del soggetto, delle sue emozioni e stati d'animo, il cardine di un linguaggio di forme 'brute", semplificate ed essenziali.
                      Il primo gruppo propriamente espressionista è, nonostante il consueto riferimento dei termine ad esperienza sorte in ambito tedesco, il gruppo dei Fauves Henry Matisse, Albert Marquet, Maurice De Vlaminck, André Derain, Georges Rouault esposero insieme al Salon d'Automne dei 1905, guadagnandosi l'appellattivo di 'belve".
                     Comune a questi artisti. tra i quali figura per un breve periodo anche Georges Braque, è il rifiuto delle convenzioni prospettiche e delle morbidezze del chiaroscuro. Le figure, brutalizzate da un segno aggressivo, si riducono a contorni semplificati, e superfici deformate campite da colori accessi e violenti.
                    Tra i più rappresentativi artisti d’intonazione espressionista si possono ricordare il belga James Ensor, il russo Chaim Soutine, il francese Georges Rouault e l'italiano Scipione (Gino Bonichi).
                    La prima compiuta realizzazione espressionista comunque prese forma a Dresda nel 1905 con la nascita del gruppo "Die Brücke" (Il Ponte) formato da Ernst Ludwing Kirchner, Eric Heckel, Karl Schmidt-Rottluff e, in seguito, Emil Nolde e Peckstain. L'esperienza Fauve e de Il Ponte poteva dirsi conclusa, dopo il trasferimento della propria sede a Berlino, il movimento infatti si sciolse nel 1913.
                     Si attribuisce il conio del termine, allo storico dell’arte W.Worringer, il quale nel 1911 lo usò sulla rivista di Berlino "Der Sturm"(La tempesta) per la pittura "concitata" di Van Gogh, quella di Cézanne, Matisse e altri.
L'accentuata deformazione della linee, la predilezione per il tratto spigoloso e spezzato, il violento contrasto luce-ombra, eredità di tecniche grafiche arcaizzanti, contribuiscono alla creazione di un universo figurativo lacerato da tensioni e inquietudini di chiara derivazione romantica. Questa coloritura drammatica venata in taluni casi di misticismo, differenzia in modo significativo l'esperienza tedesca da quella francese.
                     Protagonisti del medesimo atteggiamento artistico-culturale sono, in Austria Kokoschka e Schiele e, in area russa, Mikhail Larionov e Natalia Goncharova. Un discorso e parte merita pur sorto in ambito espressionista il gruppo "Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro), fondato da Vasilij Kandinsky (1866-1944) e Franz Marc (1880-1916) nel 1911 a Monaco, in seno al quale nacque l'astrattismo.
                      In Italia la sensibilità espressionista trovò compiuta realizzazione nell'opera di Rossi, Tullio Garbari, Martino Martini, Alberto Viani, frequentatori delle esposizioni veneziane di Ca' Pesaro.
                    Il terrnine espressionismo per alcuni storici venne usato, sembra la prima volta, dal critico francese Vauxcelles riferito a Matisse, ha poi designato, nelle sue diverse declinazioni, altri -ismi, tra i quali vale ricordare il neo-espressionismo e l'espressionismo astratto Il termine neo-espressionismo descrive une tendenza dell'arte tedesca della fine degli anni Sessanta, e quindi perfettamente inserita nella cosiddetta "pittura citazionista", volta alla rnanipolazione dei moduli formali dell'espressionisrno storico: la pennellate veloce, "tirare via" accentua il dinaimismo della composizione e contribuisce, insieme all'esasperato ingrandimento delle forme, a creare un effetto quasi di deflagrazione in atto.
I maggiori esponenti di questa tendenze sono A. R. Penck, Jörg lmmendorff, Markus Lupertz e Georg Baselitz.






ESPRESSIONISMO, IL PONTE, IL CAVALIERE AZZURRO, LA TEMPESTA
Il termine neo-espressionismo descrive une tendenza dell'arte tedesca della fine degli anni Sessanta, e quindi perfettamente inserita nella cosiddetta "pittura citazionista", volta alla rnanipolazione dei moduli formali dell'espressionisrno storico: la pennellate veloce, "tirare via" accentua il dinaimismo della composizione e contribuisce, insieme all'esasperato ingrandimento delle forme, a creare un effetto quasi di deflagrazione in atto.
I maggiori esponenti di questa tendenze sono A. R. Penck, Jörg lmmendorff, Markus Lupertz e Georg Baselitz.
                    Il termine espressionismo astratto designa invece une particolare stagione della pittura americana degli anni Quaranta-Cinquanta che, forte dell'apporto di gran parte dei surrealisti e degli estrattisti esuli negli Stati Uniti dell'inizio della guerra, vede, in modo particolare nelle esperienze di Pollock e De Kooning, la nascita dell'action painting. Definisce appunto un’astrazione che si preoccupa unicamente della frontalità dello spazio pittorico, dell’assenza di gerarchizzazione tra le varie parti della tela, che sradica qualsiasi finzione narrativa.
                "Bestie feroci", significa l'espressione francese che fu adottata - forse inizialmente, in senso dispregiativo - per un gruppo d'artisti che tenne la propria collettiva al Salon d'Automne di Parigi l'anno 1905. Detti artisti, tra i quali ricordiamo Matisse, Marquet, Vlaminck, Andrè Derain, Georges Rouault, erano diversi tra loro per carattere, orientamenti ed ispirazioni e non di meno formarono un gruppo veramente organizzato, del quale fu, sin dall'inizio considerato come il maggiore esponente Matisse.
                  Le qualità che essi avevano peraltro in comune, erano quelle di un colorito molto chiassoso, di una stesura piatta del colore e di un supremo disinteresse per ogni convenzione accademica di proporzione delle forme, cosicché anche dal punto di vista compositivo essi esaltarono le qualità individuali; mostrando sotto diversi aspetti talune affinità con l'espressionismo tedesco.
                  Altri pittori - come Dufy, Braque e Metzinger entrarono a far parte del movimento con l'anno 1908. I Fauves, con la loro esaltazione del "puro colore" e con la presa di posizione anti accademica che li caratterizzò, svolsero un compito di capitale importanza nell'evoluzione della pittura del XX secolo.


FLUXUS
                L'appellativo "Fluxus" fu concepito nel 1961 negli Stati Uniti durante una serata musicale organizzata da George Maciunas, fondatore del movimento e della rivista omonima.
                Il progetto mirava alla fusione di tutte le arti, rispettandone comunque specificità di medium e di funzione (abolita dunque ogni distinzione tra categorie fisse come arti visive, musca, teatro, letteratura ma anche tra arte colta e popolare, arti maggiori e minori).
                All'origine di questo movimento si possono individuare fenomeni strettamente connessi quali gli happenings (primo tentativo di fusione tra diverse forme di espressione), la lezione di Dada (in particolare di Duchamp) e l'insegnamento liberatorio della musica sperimentale di J. Cage a NewYork.
                Più che un movimento che ha elaborato modi espressivi ben definiti, il Fluxus è un'atteggiamento nei confronti della vita, un tentativo di eliminare ogni separazione tra esistenza e creazione artistica.
                Gli esponenti di questo movimento, con una serie di azioni di "disturbo" contro tutte le codificazioni di arte come oggetto di consumo, hanno operato una sorta di progressiva "contaminazione" raccogliendo adesioni da ogni paese
                Consapevoli dell'incessante divenire delle cose, (George Brecht, Nam June Paik, Yoko Ono, Antoine Patterson, Wolf Vostel, Robert Watts) professano l'essenza effimera, casuale e quotidiana dell'intervento artistico, non più basato su un oggetto privilegiato reso sacro dal nominativo 'arte', ma costituito piuttosto da un insieme di gags e di giochi infantili.
                Animati da una concezione ludica dell'arte, essi sovvertono i valori estetici (in particolare in reazione all'Espressionismo astratto dominante) praticando lo humour e il non-sense.
                Oltre e performances e concerti, gli artisti di Fluxus producono libri, multipli e films.


FRONTE NUOVO DELLE ARTI (IL)

 Gruppo di artisti che nel 1946 firmarono il manifesto omonimo.
Il loro progetto di aprire l'arte italiana alle esperienze avanguardistiche europee, fu immediatamente preceduto dal manifesto della Secessione artistica italiana che comprendeva autori operanti a Venezia Roma e Milano, tra i vari ricorderemo il critico Giuseppe Marchiori, Birolli, Cassinari, Guttuso, Leoncillo, Levi, Morlotti, Santornaso, Pizzinato, Vedova, Alberto Viani, Afro e Moreni.
                 Nel 1947, il gruppo milanese - Antonio Corpora, Pericle Fazzini, Franchina e Giulio Turcato - espose in una collettiva battezzata, su proposta di Guttuso, Fronte Nuovo delle Arti.
A presentare la nuova corrente fu una serie di critici rinomati Argan, De Micheli, Maltese, Marchiori, Venturi.
                Il Fronte Nuovo delle Arti elaborò un nuovo linguaggio visivo che coniugava realisrno e astrattismo secondo modalità neocubiste: gli stilemi espressionisti furono abbandonati per composizioni formali più strutturate.
               Già nel 1948 Il gruppo subì una scissione che sfociò nella costituzione del Gruppo degli Otto e del Movimento Realista.

FUNK ART
Movimento nato in contrapposizione alla struttura rigida fredda e seriale che contraddistingue tutta la Minimal Art.
              La mostra Funk Art del 1967 curata da Peter Selz darà proprio nome a questa corrente artistica chiaramente ritenuta sgradevole per i suoi continui richiami al sesso, alla religione, all'ironia nella politica, al kitsch e al non sense.
              I materiali adottati sono chiaramente oggetti di rifiuto come la finta pelle, la plastica, la ceramica e tutti quegli oggetti di vita quotidiana che ricordano molto lo stile Dada e gli assemblage di Rauschemberg. Tra i maggiori esponenti ricordiamo Horace Clifford Westermann, Robert Hudson, Allen Jones, Robert Arenson, e William Wiley. Nel 1969 James Nutt e Glagys Nilsson ricondussero l'esperienza Funk Art all'interno del loro movimento "Chicago Imaginism" che proponeva un'arte provocatoria di sesso e violenza.







FUTURISMO
 Movimento piuridisciplinare nato ufficialmente a Parigi nel 1909 con la pubblicazione su Le Figaro del Manifesto del Futurismo redatto dallo scrittore e poeta F.T. Marinetti.
              La proposta otterrà l'adesione di un gruppo di artisti (Balla, Boccioni, Carrà Russolo e Severini) che nel 1910 firmarono a Milano il Manifesto tecnico della pittura futurista.
              L'intensa produzione di manifesti programmatici definisce l'orientamento teorico e le proposte tecniche del movimento anche per quanto riguarda la scultura (Boccioni, 1912), l'architettura (Sant'Elia 1914), il cinema, il teatro, la letteratura e la musica, l'abito, fino trattare questioni di natura puramente politica.
              L'ideologia futurista fu animata da una concezione vitalistica dell'esistenza che congiunse strettamente arte e vita. La nuova estetica mirò all'elaborazione di modi espressivi capaci di adattarsi alle nuove realtà della civiltà industriale determinate da un'evoluzione tecnica accelerate. Spinti da una forte esigenza di rinnovamento, i futuristi esaltarono il progresso in violenta polemica con il tradizionalismo accademico e il "passatismo" benpensante della cultura borghese. Non senza una certe ambiguità: rivolte e aspirazioni anarchizzanti finiscono per evolvere in senso nazionalista e interventista (l'adesione al fascismo di Filippo Tommaso Marinetti ne rappresenterà l'approdo).
               La celebrazione della civiltà urbana e "moderna" con le sue caratteristiche di dinamismo, "macchinismo" e velocità, trovò riscontro in alcune famose dichiarazioni: il mondo si è "arricchito di una bellezza nuova, la bellezza della velocità" "un'automobile da corsa è più bella della Vittoria di Samotracia", la guerra è la "sola igiene del mondo".
               I futuristi vogliono ridare vita alla maiteria traducendola in movimento secondo la legge del "dinamismo universale". Questo progetto implica la scomposizione delle realtà nei suoi elementi costruitivi e la loro ricomposizione secondo "linee-forza" che permettono di ottenere una visione più completa e dinamica del mondo. Per la definizione pittorica e teorica dello spazio dinamico futurista furono determinanti, da un lato il ricorso ci principi di scomposizione della luce e dei colore elaborati dai divisionisti, adattati però ai contenuti di una realtà urbana in continua espansione, dall'altro il rapporto dialettico con le ricerca cubista di cui vennero abbracciate le soluzioni di sintesi forrnale basate sulla moltiplicazione dei punti di vista e sulla decomposizione degli oggetti, senza tuttavia adottarne lei staticità compositiva e tematica.
                La simultaneità dinamica di forrne e valori crornatici trovò una traduzione scultorea nella scomposizione ed interpenetrazione dei volumi (Boccioni).
                Il Futurisrno godette di una rapida diffusione in Italia (i cui maggiori centri propulsori furono Milano, Roma e Firenze), ma anche all'estero grazie soprattutto alle esposizioni presentate a Parigi e a Berlino.
               A partire dal 1916, il movimento cominciò a perdere vitalità in parte per la morte in guerra di due protagonisti di primo piano (Boccioni e Sant'Elia), in parte per l'esaurirsi del suo carattere contestativo in ossequio alla cultura di regime.
              Nel dopoguerra, a fianco di alcuni membri della vecchia guardia quali Balla e Marinetti, una nuova generazione di artisti (definta dalla critica recente come "Secondo Futurismo" ne riprenderà i contenuti all'insegna della nuova poetica dell'Arte meccanica' (produzione di opere multiple di Tato, Dottori, Osvaldo Bot (Osvaldo Barbieri), Dalmonte, Farfa (Vittorio Tommasini), Antonio Marasco, Fillia) condizionata dalle ricerche postcubiste, puriste e costruttivìste e poi dal Surrealismo (Enrico Prampolini e Fortunato Depero ne furono i principali interpreti).
             Negli anni Trenta cominerà invece l'Aeropittura, il cui manifesto fu lanciato nel 1929 (Oriani, Ciacelli, Munari).




GRAFFITI ART (GRAFFITISMO, GRAFFITI EAST VILLAGE)
Il principio del graffitismo, da cui in definitiva deriva la sua diffusione, é stato quello di produrre un'arte fuori dagli schemi e realmente rivoluzionaria, in primo luogo perché non vendibile (essendo realizzata su supporti quali i vagoni ferroviari o le pareti urbane) e quindi disorientante verso un sistema dell'arte in cui il Mercato ha finito spesso per innescare, diffondere, celebrare o bruciare singoli artisti e correnti.
In secondo luogo perché questa espressione di creatività spontanea e dirompente ha saputo indirizzarsi direttamente al pubblico, senza l'appoggio di collezionisti, mercanti d'arte, critici e conservatori di musei.
                 In sostanza l'origine del graffitismo (1970-75) costituisce un momento di rottura con il sistema dell'arte, anche se poi la forza, il potere e le seduzioni di quest'ultimo finiranno per assorbirne il significato di rito metropolitano, separando le combinazioni collettive e privilegiando gli esiti e le espressioni individuali degli artisti, trascinandoli nelle gallerie e nei musei e in qualche modo decretando la conclusione della parabola artistica del fenomeno.  E' il caso di
Keith Haring, il più valido esponente della Graffiti Art.
L'artista ebbe il merito di promuovere per primo l'uso di dipingere, scrivere e disegnare sulle pareti e sui treni del metro, sfidando con la sua esuberanza le autorità che proibivano tale pratica. Haring, che é scomparso giovanissimo, disegnava sagome di uomini con il simbolo dell 'atomica sulla testa, cani che abbaiano contro il video del televisore o davanti alle immagini dei manifesti. Sono schizzi rapidi e sintetici che raccontano le ossessioni dell'artista o commentano ironicamente i cartelloni della pubblicità ufficiale. 
               Altri artisti degni di nota sono Jean Michel Basquiat, (anch'esso scomparso giovanissimo), James Brown, Ronnie Cutrone e Daze.



GRUPPO 58
 Gruppo sorto a Napoli nel 1958, da cui il nome, su iniziativa di Mario Colucci, insieme a Lucio Del Pezzo, Biasi, Bruno Di Bello, Sergio Fergola, Luigi Castellano (Luca) e Mario Persico.
                 L'intento di questo gruppo era quello di "chiudere il tormentoso rubinetto dell'inconscio e di gettare un ponte tra il presente della nostra civiltà spirituale e l'origine, dimostrando quanto questa civiltà sia ancora capace di cantare con semplicità le albe primordiali pulsanti nella mernoria del suo sangue".
                 Successivamente, nel 1959, gli stessi artisti firmarono un altro manifesto programmatico dal titolo Manifeste de Naple - al quale parteciparono anche Nanni Balestrini ed Edoardo Senguinetti - di aperta e ironica protesta contro l'Astrattismo. Su loro iniziativa, in particolare di Luigi Castellano (Luca), fu pubblicata la rivista Documento Sud.






GRUPPO COBRA
Movimento fondato a Parigi nel novembre del 1948 dalla mescolanza dal gruppo Reflex fiammingo, dal gruppo danese Høst e dal gruppo belga "Revolutionary Surrealist Group" in reazione all'Astrazione geometrica e al Realismo socialista. La sigla è costituita dalle prime lettere di COpenaghen, BRuxelles e Amsterdam, capitali dei paesi d'origine dei principali artisti tra cui il danese Asger Jorn, gli olandesi Karel Appel, Jan Nieuwenhuys, Constant e Cornelis Guillame Beverloo detto Corneille, ed i poeti surrealisti belgi C. Dotremont e J. Noiret. A questi in seguito si uniranno i pittori Pierre Alechinsky, Pol Bury, Ejler Bille, Jean Michel Atlan, Robert Jacobsen, Karl Otto Götz, Mortensen, Carl Henning Pedersen, Kay Nielsen, Henry Heerup e Joergensen. Benché di formazione diversa, essi erano mossi da una medesima aspirazione a un'arte "naturale", spontanea, che li portò al rifiuto di ogni intellettualismo e dogmatismo teorico a favore della libera sperimentazione di modi espressivi diretti e intuitivi. La loro fu un'arte provocatoria che rivendicava il diritto al piacere edonistico del gesto creativo risolto in un neoespressionismo materico esasperato. Se da un lato l'arte dal gruppo Cobra, affondava le proprie radici nella vivace arte popolare nordica dall'altro essa fu il risultato della fusione di alcuni elementi tratti dalle tendenza dell'arte moderna: il ricorso al sogno, al testo letterario e all'"automatismo psichico" della poetica surrealista, l'incisività e arbitrarietà del colore espressionista, la violenza ad un tempo aggressiva e umoristica dell'"art brut' di Dubuffet.  ll gruppo tenne due grandi esibizioni: una al Stedelijk Museum ad Amsterdam nel 1949; la seconda al Palais des Beaux-Arts a Liège nel 1951. Temi privilegiati furono la donna, il bambino, l'uccello, il sole e la luna, ma soprattutto un bestiario mitologico a metà strada tra il fantastico e il naïf e l'Action Painting americano. Questo gruppo è considerato a giusta ragione una pietra miliare dell'Espressionismo astratto.
uropeo.
GRUPPO DEGLI OTTO, GRUPPO MANES
Costituitosi nel 1952 per impulso critico di Lionello Venturi dopo la scissione del Fronte Nuovo delle Arti, il Gruppo degli Otto ne accoglie gli artisti più legati all'astrazione: Birolli, Corpora, Morlotti, Santomaso, Turcato, Vedova. Ad essi si unirono Afro e Moreni provenienti dal"Fronte nuovo delle arti".
                Presentati in quello stesso anno alla Biennale di Venezia questi autori proposero un'arte che rinunciava contemporaneamente sia all'approccio figurativo sia al formalisrno neocubista per un astrattismo non esente da note impressionistiche. In pratica si ispirano all’astrattismo lirico francese, partendo dall’Orfismo e volevano raggiungere una nuova armonia attraverso una identificazione poetica con la natura. Non erano né realisti né astrattisti ma si abbandonavano al piacere della materia e degli accordi lirici del colore.
                Intorno alla metà degli anni '50 tendenze centrifughe legate alla forte personalità artistica dei suoi autori presero il sopravvento sul programma unitario portando alla dispersione del gruppo.
                La scissione fu inoltre favorita dall'avvento della poetica informale già annunciata con l'introduzione nelle loro opere di elementi materici e di modi gestuali.


GRUPPO DEI SEI
 Gruppo di artisti formatosi nel 1928 a Torino sotto l'influenza teorica di Edoardo Persico.
                Prendendo le distanze dalla politica culturale del regime fascista e in particolare dal recupero della tradizione nazionale promosso da Novecento, rivendicano una continuità dell'arte moderna europea nel contesto italiano. Pur senza trascurare gli esempi di Modigliani e della pittura italiana ottocentesca, i Sei di Torino traggono ispirazione da Manet e Dufy, dai Fauves francesi e dagli espressionisti tedeschi, considerati non tanto quali modelli formati da imitare quanto piuttosto come rappresentanti di una posizione antiaccademica e antinaturalistica. Sono Enrico Paulucci, Nicola Galante, Carlo Levi, Jessie Boswell, Francesco Menzio e Gigi Chessa.
                 La loro pittura, improntata all'espressione di un sentimento antieroico, si risolve in delicati rapporti segnici e cromatici inseriti in uno schema compositivo semplificato. Essi giocheranno un importante ruolo nella vita culturale italiana di quel faticoso periodo sia per gli apporti individuali, sia per gli scambi avuti con altri gruppi di reazione sorti negli stessi anni a Milano e a Roma.


 INFORMALE
                     L'Informale fu soprattutto una direzione di ricerca intorno alla possibilità di una forma libera da schemi e strutture significanti. Questa espressione venne usata per la prima volta nel 1952 proprio da Michel Tapié, allorché pubblicò il suo libro "Un art autre". La definizione venne suggerita dai quadri di Dubuffet, per l’idea completamente nuova, "del tutto altra", che essi danno della pittura, nell’assoluta libertà da ogni regola, da ogni schema e per la sensazione continua di qualcosa di inatteso e sorprendente che suscitano nell’osservatore. In questo saggio, il critico proponeva tra l’altro il termine di "art informel" a definizione di una tendenza ormai larga della pittura, che parte dall’improvvisazione psichica e ha in Wols, il capostipite. Il termine Art Autre ebbe molta fortuna e venne usato per esposizioni e pubblicazioni. Oggi viene abitualmente sostituito dalla definizione Art Informel (arte informale) Il terrnine, spesso respinto dagli stessi artisti poichè troppo incline a volgarizzazioni, ha conservato nel ternpo una forte ambiguità indicando via via esperienze pittoriche legate al testo (Pollock e De Kooning), alla materia (Jean Fautrier e Burri), al "segno" Wols e Capogrossi), esperienze i cui tratti di significative diversità rischiano di perdersi nel magma delle definizioni teoriche. E' quindi miglior cosa individuare alcune coordinate di riferimento e lasciare all'opera dei singoli protagonisti il compito di declinare la virtualità del paradigma:
                1) Arte a-segnica e a-semantica ovvero una pittura in cui le forma dell'espressione non rirnanda ad altro che a se stessa. La forma è in tal senso significativa e non significante, e come tale altra, irriducibile ad immagini, oggetti, entità del mondo fenomenico o psichico. Wols, Hans Hartung, Capogrossi, unico italiano invitato a partecipare alla rassegna parigina "Vehemences confrontées", organizzata da Tapié nel 1951, ne sono i protagonisti più significativi.
                2) Pittura materica che, in altri termini, non rappresenta ma assume la materia grezza e la porta sulla tela. Il colore ha, nella pittura informale, una consistenza tangibile e corporea: ha peso, quantità, spessore, aggetto. Viene steso a strati, con le dita o con spatole e coltello, come nel caso di Fautrier e del primo Dubuffet (la sede delle 'Hautes pates" 1915-1946) oppure scomposto fino a diventare un impasto vibratile, percorso di sottili tracce aggettanti, quasi nervature di tessuti organici.
                3) Arte gestuale nelle quale il segno nasce da un impulso legato alle rapidità alla non premeditazione del gesto pittorico. La componente gestuale, come de resto le altre, è comune e molti degli artisti "informali" tuttavia trova la sua massima espressione nel dripping di Jackson Pollock: il colore viene lasciato gocciolare dall'alto, rendendo necessario un diverso rapporto con la tela. Stesa per terra, in posizione orizzontale, aggirata, e quindi offerta a molteplici punti di vista, la tela, non si dà più di faccia, ad un rapporto contemplativo, ma chiede che le si giri attorno, in un'esperienza di tipo comportamentale piuttosto che ottico. Arte gestuale è anche quella di Lucio Fontana, specialmente nella serie dei "tagli e dei buchi" e di Enrico Baj. Materica è la pittura di Ennio Morlotti in cui la pasta spessa tende a dissolvere i contorni figurativi in un'erosione lenta, in un agglutinarsi indistinto di colore, materia, motivi paesaggistici e figure umane. Nell'opera di Burri l'uso di materiali presi dal mondo esterno (tele di sacco, legno, stracci, grumi, lamiere, materie plastiche) è sempre sottomesso ed una composizione rigorosa: partizioni, contorni tracciati con precisione, aree delimitate manifestano la sottomissione della materia ad una griglia o reticolo di relazioni strutturali.

 IPERREALISMO
Tendenza affermatasi soprattutto negli Stati Uniti all'inizio degli anni Settanta (1972) e caratterizzata da un ritorno alla realtà colta nei suoi aspetti più consueti, quotidiani, a volte banali.
                 Il prefisso "iper" indica rispetto alla tradizione del realisrno americano, non tanto una accentuazione della qualità illusionistica dell'immaigine, quanto piuttosto il suo divenire, attraverso la mediazione della tecnica fotografica immagine "seconda": l'artista, cioè, rielabora un testo fotografico, ovvero l'oggetto quale appare attraverso il filtro non innocente della macchina.
                 La descrizione dettagliata delle forme, la loro riproduzione "oggettiva", in una parola il trompe I'oeil non cancella la deformazione subita dall'ingrandimento del negativo: gli oggetti, perdute la dimensioni consuete, divengono paradossali e insoliti.
                 Si avverte, nella ricerca di "neutralità" propria del ricorso alla fotografia, un'aria di famiglia con le di poco precedenti esperienze della pop-art incentrate, almeno in alcuni degli esempi più significativi, sulla cancellezione del tocco della mano dell'artista.
                 Esponenti di questa tendenza sono, negli Stati Uniti, Malcom Morley, Richard Estes, Ralph Goings, Chuck Close, Howard Kanowitz, Colville, S. Posen, John Salt, Noland Richard e in Italia in particolare Domenico Gnoli.

Il Movimento Iperspazialista
Ricordare i due anni di attività del Movimento Iperspazialista è dimostrare  che i miracoli esistono. Ecco il sogno di alcuni artisti che vivono in provincia, nella strana e vitale provincia italiana. L’energia delle grandi città che hanno soltanto la funzione di accentrare e ridistribuire ciò che nasce in altri luoghi. E’ così che i firmatari abruzzesi del Manifesto Iperspazialista creano un asse con Venezia e il Movimento Itinerari 80 da sempre attento a ciò che è marginale l’oggi ma che sarà l’ufficialità del domani. 22 Febbraio 1996 viene firmato il Manifesto. Successivamente viene presentato in un incontro dibattito il 27 Aprile 1996. Qualche reazione ma soprattutto tanto scetticismo. Copie del Manifesto vengono inviate ad esperti del settore, istituzioni varie. C’è da chiedersi se esistano ancora gli artisti. Viene realizzata nello stesso anno la prima esposizione Iperspazialista in terra straniera. E’ la Spagna a dimostrarsi, per prima, sensibile al neo movimento. Nell’autunno 1996 è il museo di Naquera ad ospitare l’Iperspazialismo. Poi la mostra, nel Gennaio 1997, si sposterà in Valencia. Il 25 Aprile 1997 per l’annuale appuntamento dedicato all’Albero della Poesia c’è un  interessante incontro con Mary de Rachewiltz, figlia del poeta Ezra Pound, presso il castello di Brunnenburg. Una giornata indimenticabile  in cui le opere degli artisti Iperspazialisti entrano a far parte della collezione Ezra Pound. Dopo pochi giorni ( 19 Maggio 1997 ) ecco l’incontro dibattito presso il museo Fortunato Depero di Rovereto parte del celebre MART. Durante l’estate la galleria Anagma di Valencia propone una nuova mostra iperspazialista. La Spagna sta diventando una roccaforte dell’Iperspazialismo ma se Valencia chiama Venezia risponde con la galleria Nuovo Spazio. Uno spazio che sembra costituire un connubio naturale con l’Iperspazialismo. Un interesse  che si rafforza con un nuovo incontro presso il Centro di Documentazione e Studio a Mariano del Friuli-Gorizia. Dopo due anni ecco l’esposizione in terra d’Abruzzo per ricordare il secondo anniversario della presentazione del manifesto. Una crescita costante che giustifica la validità del Movimento. Forse è difficile credere nei sogni in un’epoca in cui tutto sembra essere stato sperimentato  ma può morire il sogno? Importante è che ci sia sempre qualcuno che sia in grado di raccogliere il testimone per continuare una strada che non ammette vili compromessi.
L’Aquila Agosto 1998                                                                              
Giancarlo Da Lio
Articolo  pubblicato  su AZ 60  6/1998
L’abitudine per il passato non deve impedire le aspettative per il futuro. In questa direzione nasce il manifesto del movimento Iperspazialista. Un manifesto per ribadire antiche e nuove idee sull’uomo e sul ruolo dell’artista di fronte al nuovo millennio. Gli iperspazialisti rappresentano lo spazio come nuova frontiera, ogni frontiera ha creato nuovi ideali, nuovi modus vivendi. Il manifesto è un’opera che invita l’uomo a liberarsi dalle paure, dalle ansie, dalle catene che lo tengono legato a forme stereotipate, ripetitive, passatiste. Il superamento di questi ostacoli non deve essere considerato opera impossibile altrimenti ametteremmo la nostra sconfitta nella paura di attraversare i limiti del conosciuto. Gli iperspazialisti lanciano questa sfida, non hanno paura di esplorare nuovi misteri. Misteri dapprima esplorati con mezzi paragonabili alle caravelle di Colombo ma che costruiranno pietre miliari nella storia culturale. Aspirazioni presuntuose? Se sei contro l’immobilismo, la mancanza di creatività, lo scetticismo e l’allineamento culturale oggi hai una speranza offerta dall’Iperspazialismo.
Giancarlo Da Lio
Scritto sul catalogo della mostra IPERSPAZIALISMO  ad Adria (RO)
(dal 2 all’8 Settembre  2000)
PIANETA TERRA 2051
Il nome è spesso indice di destino. La storia del movimento Iperspazialista si arricchisce di un’altra tessera di un viaggio che fa tappa in uno spazio finalizzato sin dalla sua nascita al nuovo. Filosofia troppo spesso rifiutata da una città che ha scelto come modus vivendi il non realizzare. Un incontro, il nostro, che vuole andare oltre il solito ovvio, tante volte, troppe volte déjà vu.
Venezia, Marzo 1999                                                                     
Giancarlo Da Lio
Testo  sulla cartolina d’invito della mostra
Alla fine del Carnevale si inaugura una mostra. La data acquista un significato preciso: l’Iperspazialismo non è uno scherzo, il Carnevale è finito. Com’è costume nella città lagunare a mezzanotte la marangona suona la fine della festa e le maschere raccolte nella celebre piazza intonando la nenia “ el va, el va” si levano le baute. Da quel momento si dovrebbe essere più se stessi e il raziocinio ci aiuta a non fare, a non prendere posizioni assurde. Le sentinelle tornano ad essere vigili lungo la nuova frontiera, tutti nel proprio Bunker Art per difendere la posizione, la scelta di tutto quello che perennemente è messo in pericolo dall’imperatore dello stato di mediocrità aiutato dal suo servile ministro degli esteri Invidia. Abbiamo rischiato di essere assorbiti da un enorme buco nero che aveva corteggiato mediante l’antica, universale arma della lusinga i nuovi esploratori. La maga Circe è una bella tentazione ma i viaggiatori spazio temporali hanno superato i pericoli della tempesta che solitamente riesce in poco tempo a distruggere la storica fatica. Gli esploratori continuano il loro percorso, aiutati, sostenuti, protetti dal sapere che le posizioni raggiunte non sono state abbandonate ma validamente difese. L’odissea del 2001 è finita, ricomincia l’espansione.
 12 Febbraio 2002                                                                           
Giancarlo Da Lio
 Scritto sull’invito della mostra presso il Virtual Museum 3
Casa Museo a Borgo Valsugana (TN)
(dal 12 al 28  Febbraio 2002)
ESPACE   UNDERWOOD    LIMOGES
Pour moi, arriver à Limoges pour une exposition, c’est comme revenir à la maison. Une ville projetée vers le futur tout en  n’oubliant pas le passé. Elle semble la ville idéale pour une exposition des iperspazialisti, depuis toujours attentifs à ce futur antérieur qui, avec son sens doit forcément faire réfléchir ceux qui aiment uniquement le passéisme.
Le passéisme fin en soi ne peut avoir de sens, je dirais meme aucun sens, puisqu’il fait tomber l’art, la recherche dans une voie sans issue qui ne laisse des alternatives qu’à la répétitivité. Voilà alors se réaliser les limites d’un prison pour un homme à une dimension dont je n’ai jamais apprécier l’avantage. Iperspazialismo signifie liberté, opportunité offerte généreusament à tous ceux qui ne veulent pas etre embrigadés parmi les passéistes. Meme en cela les iperspazialisti sont des révolutionnaires, défendant de facon intelligente un passé qui ne  doit pas etre considéré seulement comme fossilisation mais aussi comme énergie pour un futur qui est déjà parmi nous. A cette nouvelle étape nous nous retrouvons unis comme au début. Les cinq signataires du manifest historique  tout en gardant leur autonomie. Tiziana Baracchi qui aime la mail art et donc la communication. Un communication qui  a comme objet la musique des Beatles, la ville  de New York et les paysages artificiels. Trois thèmes que nous trouvons constamment dans une élaboration qui a une prédilection pour la récupération de matériaux que notre quotidienneté tend à nous faire bruler trop vite.
Cesare Iezzi signataire historique,le jeune du mouvement pour son age mais pas pour son parcours, sa souffrance, sa recherche. Une œuvre d’archéologue spatial qui ne s’arrete pas pos seulement au passé antérieur mais qui a une prédilection pour le futur antérieur en tant que iperspazialista.
Ettore Le Donne l’artiste maudit pour son habilité et pour sa rigueur qui s’efforce de maintenir aussi des rapportes interpersonnels. Au nom de cet effort on tend à lui pardonner meme les erreures qu’il a souvent tendance à commetre comme un novice, il ne s’apercoit peut-etre  pas qu’il est passé dans une autre catégorie.
A Giuseppe Masciarelli j’envie la fraicheur provocante. Cela semole incroyable mais son envie d’agir l’amène à commencer des percours qu’on n’aurait pas tous le courage de faire. Les routes du ciel  amènent à mille solutions, à mille questions.
Antonio Paciocco avec son archéhomme a une vision ancienne et mystérieuse. Nous avons peut-etre perdu la connoaissance de nos racines. Il peut etre l’ambassedeur du guerrier de Capestrano, aussi mystérieux en face du conventionnel.
6 Julliet 2002                                                                                           
Giancarlo Da Lio
Scritto in occasione della mostra  presso lo spazio Underwood  a Limoges Francia.
(dal 6 luglio prolungata al 6 settembre 2002)
 
IPERSPAZIALISMO
LA NUOVA FRONTIERA
 
IL PASSATO
La grande peste. Venezia svuotata dei suoi abitanti e dei suoi valori. Il fenomeno si è ripetuto in questo secondo dopoguerra e le cause del morbo sono state la mediocrità, la pigrizia e la massificazione in un tentativo di falsa democrazia. Una Venezia non più regina se non della mediocrità. Il fango su cui poggia sembra aver marcito tutto. I più si sono accontentati di essere incasellati nel vuoto della negatività. Ed è giusto che i mediocri abbiano la loro casella ma non devono avere la presunzione di occupare il pieno significante. Venezia inghiotte nel pantano i suoi artisti. Del contemporaneo non v’è traccia se non nei rifiuti accumulati sulla riva di qualche canale. La carcassa di una lavatrice, una sedia in plastica. Il contemporaneo è stato estraniato da una città vetrina solo per il convenzionale.
IL FUTURO
L’Iperspazialismo costituisce opera originale già nella sua idea, nella possibilità di movimento che offre a tutti. E’ un manifesto senza limiti che offre non solo all’artista ma a tutti i rami della conoscenza una possibilità di nuova indagine. E’ questa la prima grande, originale opera creativa donata dai firmatari del manifesto. Le opere sono le idee, senza idee non ci possono essere opere. E’ la possibilità di una comune riflessione artistica-scientifica che ci porta ad un uomo più cosciente. L’apertura è il maggior pregio dell’Iperspazialismo. Un’esaltazione della libertà. Della possibilità, del grande spazio, uno strumento messo a disposizione di tutti. Un rapporto tra uomo e grande spazio planetario sarà, dovrà essere diverso, ogni nuova frontiera ha creato nuovi modelli.
Pianeta Terra 2051                                                                        
Giancarlo Da Lio
Scritto  sul pieghevole della mostra alla galleria Nuovo Spazio
 (dal 6 al 21 Dicembre 1997)
IPERSPAZIALISMO
Principali Tappe
Manifesto firmato il 22 febbraio 1996   da: 
TIZIANA BARACCHI  
GIANCARLO  DA LIO  
CESARE IEZZI      
ETTORE LE DONNE     
GIUSEPPE MASCIARELLI   
ANTONIO PACIOCCO
Manifesto del Movimento presentato :
 il  27  aprile 1996                                a  CHIETI                                   KAPSIKO  KLUBO
dal 28 settembre al 1° novembre 1996   a NÁQUERA Spagna  SALA de AYUNTAMIENTO
dal 30 gennaio al 13 febbraio 1997         a VALENCIA Spagna                Galleria ANAGMA
il 25 aprile  1997            a  BRUNNENBURG  - TIROLO (BZ)    Castello di BRUNNENBURG
il 19  maggio 1997                           a ROVERETO (TN)               MART sede di Rovereto
dal  6 al 21 dicembre 1997                a VENEZIA MESTRE          Galleria NUOVO SPAZIO
  il 25  aprile  1998      a   MARIANO DEL FRIULI (GO)   Centro Documentazione  e Studio
dal 4 al 12 agosto 1998           a  SANT’ EUSANIO FORCONESE (AQ)   Sede PRO LOCO
dal 20 al 31 marzo 1999             a   VENEZIA MESTRE               Galleria NUOVO SPAZIO
il 25 aprile 1999                        a   VENEZIA MESTRE                     ITINERARI 80 Center
dal 31 dicembre1999 al 17 gennaio 2000  a BORGO VALSUGANA  VIRTUAL MUSEUM 3
dal 2 all’8 settembre  2000                    ad   ADRIA (RO)                 Biblioteca  COMUNALE
dal   5 al 25 settembre   2001                a  CHIETI                       BUNKER delle CLARISSE
dal 12 al 28 febbraio  2002             a  BORGO VALSUGANA (TN)     VIRTUAL MUSEUM 3
dal 6 luglio al 6 settembre  2002        a  LIMOGES    Francia          Espace  UNDERWOOD
dal 15 marzo al 9 aprile 2003           a  VENEZIA MESTRE          GARAGE N° 3 GALLERY

IPERSPAZIALISMO
STORICO  ED EUROPEO
L’Iperspazialismo nasce nel 1996 con la presentazione del Manifesto del Movimento Iperspazialista. Un Manifesto che vede firmatari gli artisti Tiziana Baracchi, Cesare Iezzi, Ettore Le Donne, Giuseppe Masciarelli, Antonio Paciocco e il critico d’arte  Giancarlo Da Lio. Un Manifesto originale sia per contenuto sia per veste grafica che offre un’opportunità a tutti coloro che non si sentono parte del sistema dell’arte . Un Manifesto accolto con scetticismo dagli artisti visivi ma con entusiasmo dagli esponenti della cultura letteraria e scientifica che possono riaffermare come ogni atto creativo sia anche un atto scientifico e viceversa. Le prime esposizioni avvengono in Venezia e in Spagna. Pura casualità? No il fatto è dovuto all’impegno di Giancarlo Da Lio che come ideologo dell’Iperspazialismo lo inserisce all’interno del suo movimento Itinerari 80 e  ne diventa il principale artefice di diffusione. Dopo la Spagna ecco la presentazione al MART di Rovereto (TN) dove viene chiarito il contenuto del Manifesto per evitare la confusione con altri movimenti precedenti e solo apparentemente similari. All’incontro con Giancarlo Da Lio partecipa Milena Milani che riconosce  nel nuovo movimento valori fondamentali. E nel Trentino a Borgo Valsugana  viene creato il Virtual Museum 3 - Casa Museo diffuso alla francese - che vede  in uno spazio, definito virtuale ma in realtà concreto, usato come  Art Bunker lungo la Nuova Frontiera  esposizioni temporanee e opere in permanenza. Altro importante Art Bunker  è quello delle Clarisse in Chieti. L’Iperspazialismo si diffonde quindi anche in Francia partendo dalla città di Limoges sede dello spazio Underwood. E’ così che possiamo e dobbiamo definire l’Iperspazialismo storico ed europeo per non confonderlo con falsi tentativi di aggregazione  dovuti ai soliti interessi dell’ultimo momento.
Noi non abbiamo avuto indecisioni nel 1996, il nostro percorso è chiaro e non lascia dubbi di nessuna sorta. Non siamo stati alla finestra a guardare ed aspettare.
Pianeta Terra 2051
Giancarlo Da Lio


GRUPPO DEL BATEAU-LAVOIR
 Gruppo di artisti formatosi a Montmartre nel 1908, prendendo il nome dalla casa in cui Picasso viveva fin dal 1904, una fabbrica cadente che si apriva in place Ravignan, così definita da Max Jacob. In questo squallido ambiente, si cementa l’amicizia di alcuni fra i più illustri artisti dell’arte moderna e nascono grandi capolavori.
               Il "Bateau Lavoir" era il quartier generale della bohème di Montmartre. Vi convenivano, oltre a Picasso, Braque, Max Jacob, Marie Laurencin, Guillaume Apollinaire, André Salmon, Maurice Raynal, Juan Gris, Gertrude e Leo Stein. Si aggregarono in seguito Fernand Léger e quindi Robert Delaunay, Albert Gleizes, Andre Lhote, Jean Metzinger, Francis Picabia e Alexander Archipenko.
               E’ nel "Bateau Lavoir" che Picasso aveva elaborato la sua prima maniera del "periodo blu" e dove dipinse  "Les Demoiselles d’Avignon".
               Il "Bateau Lavoir" fu sede di memorabili riunioni di letterati, critici e artisti e nel 1908 Apollinaire vi organizzò la celebre serata in onore del "doganiere" Rousseau. Qui prese forma e si consolidò la prima corrente cubista.

GRUPPO SINESTETICO
Il MANIFESTO DEL MOVIMENTO SINESTETICO
Oggi Giovedì 18 Febbraio 1999, in nome dell'arte nasce il MOVIMENTO SINESTETICO.
Nasce sulla base di una evoluzione di Pensiero Sinestetico sviluppatosi nella storia;cioè dalla ricerca utopica di un'unico lavoro d'arte Totale, creata da un'interscambiodi linguaggi espressivi.
Essi hanno come obbiettivo unico la stimolazione dei 5 ( 6 ) sensi umani e come finela creazione di un'opera d'ARTE TOTALE.
Superando quindi i tentativi fatti in passato e utilizzando l'esperienza di questi; senza soffermarsi unicamente al fondamentale rapporto tra Colore / Suono, ma estendendo i livelli di percezione ad altre forme espressive.
Consideriamo quindi le possibilità Comunicativo / Espressive nel contesto storico
attuale, prendendo come fonte d'ispirazione le avanguardie del '900 e partendo da queste, prepariamo lo scambio generazionale.
I SINESTETI : Matteo Albertin - Antonio Sassu - Massimo Perseghin

GUTAJ
Costituitasi nel 1954 ad Osaka prima come associazione artistica e per iniziativa del pittore Jiro Yoshihara presenterà in seguito una produzione dai più svariati aspetti ed attività.
               Presenta caratteri affini a quelli dell’astrattismo informale europeo. Il termine “Gutaj” significa infatti “volontà di caratterizzare la spiritualità attraverso la materia”.
               Nel primo periodo le mostre all'aperto o sui palcoscenici o ancora improvvisate dagli artisti-attori che creavano opere attraverso le stesse azioni che inscenavano, fanno del Gutaj un movimento precursore di quello che sarà l'Happening negli Stati Uniti dal 1958 in poi e anticipano, o ancora meglio, influenzano quella che in molti paesi negli anni '60 sarà l'Arte Povera.
               Tra i protagonisti citiamo quelli che ci sembrano più originali: Kagaku Murakami che creava quadri lanciando sulla tela sfere intinte di colore o sfondava con il corpo telai di carta pesante; Kazuo Shiraga che modellava il fango con il corpo o dipingeva con i piedi dondolandosi da una fune; Atsuko Tanaka creava oggetti macroscopici come una tela rosa di dieci mq. o costumi da scena inindossabili perchè di 5 metri e decorati con lampadine accese; Sadamasa Motonaga che usava sacchetti di plastica trasparenti riempiti di acqua colorata o dipingeva mucchi di pietre; Shozo Shimamoto che sparava con un cannone di sua invenzione, impasti colorati su fogli di vinile; Akira Kanayama che dipingeva con un'automobilina spruzzate colore e poi Michio Yoshibara e le sue montagne di sabbia con lampadine elettriche; e Toshio Yoshida con i suoi contenitori di schiuma.
               Il Manifesto Gutaj del 1954 affermava che "la materia usata dagli artisti Gutaj non si trasforma, non muta ma rivela le sue proprietà con veemenza fino a gridare persino!"

HAPPENING
Il termine designa l'opera che non punta più sull'oggetto, ma sull'evento. L'artista parte da un progetto di azione, nella quale coinvolge attivamente la presenza del pubblico, che viene così sottratto al ruolo di passività ed immesso in un rapporto attivo con l'evento artistico.L'azione in genere non avviene nello spazio chiuso della galleria, ma spesso negli spazi diversi della città, dove l'artista irrompe all'improvviso col suo gesto.
               Infatti l'Happening é un gesto d'irruzione nello spazio quotidiano, organizzato in tempi e luoghi ove non é prevista la presenza della produzione artistica.Tutto ciò ci ricorda la teoria del
Gutai giapponese del 1954.
               L'evento si sviluppa dunque secondo una improvvisazione che rompe le abitudini mentali dello spettatore.
               Esso parte da un semplice canovaccio su cui si innestano una serie di gesti minuti e quotidiani, che grazie alla loro semplicità permettono di coinvolgere il pubblico.Così entra nell'arte il tempo come durata reale.L'azione avviene infatti in uno spazio ed in tempi definiti in cui il risultato è costituito dall'esperienza collettiva e i segni che ne restano, le fotografie, sono i documenti di un tempo vissuto.
               L'Happening nasce dall'atteggiamento interdisciplinare di
John Cage verso l'arte, e si sviluppa, dal 1958 in poi, con il lavoro dell'allievo di Cage Allan Kaprow e Robert Whitman.

IMPRESSIONISMO
Nel 1874 il fotografo Nadar ospitò nel suo studio una collettiva di giovani artisti (tutti nati intorno al 1840) riuniti sotto il nome di "Società anonima dei pittori, scultori e incisori". Erano Claude Monet, Camille Pissarro, Edgar Degas, Alfred Sisley, Auguste Renoir, Berthe Morisot, Paul Cézanne, subito ribattezzati impressionisti da Leroy, critico del periodico satirico "Charivari", il quale intendeva ironizzare sulle opere esposte, e in particolare su Impression, soleil levant di Claude Monet.
               Il gruppo era attivo già da qualche anno, più o meno dall'incontro, nel 1863, di Monet, Renoir, Sisley e Bazille. Il dipinto la Grenouillère (1869), ristorante sulla Senna, "ritratto" da Monet e Renoir durante le frequenti escursioni fuori Parigi, può essere considerato un manifesto delle poetiche impressioniste: l'interesse per la realtà contemporanea colta nei suoi aspetti ordinari (paesaggi, strade, interni, luoghi di ritrovo della Parigi del tempo) e il conseguente rifiuto dell'eloquenza e della retorica della pittura di storia; la centralità della luce quale tratto unificatore dello spazio, percepito come un continuum in cui i profili chiusi degli oggetti fluidificano; la scoperta legata alla pittura en pleina tir e al mutare della luce, dell'istante, che trasforma l'oggetto ritratto in un evento puntuale da cogliere "alla primea" direttamente sulla tela, con tratto rapido, pennellate brevi, macchie, virgole e punti che trattengano le infinitesime vibrazioni delle luce (materia).
               La ricerca sulia qualità della luce porta alla scelta di colori puri, accostati senza mediazione dal chiaroscuro spariscono le mezzetinte, i toni di grigio, le ombreggiature tipiche del repertorio formale classico.
               Tratti caratteristici della pittura irnpressionista nel suo complesso, questi tuttavia non denotano un'esperienza omogenea: intorno al 1880 Cézanne ha ormai preso altre strade, Monet (1840-1926), trasferitosi e Giverny nel 1883, rielabora per anni le "Cattedrali" e le "Ninfee", Renoir (1941 -1919) dopo un'intensa stagione ritrattistica (donne, problema della percezione visiva più che alla costruzione plastica, pittori come Paul Signac e Georges Seurat elaborano una tecnica pittorica in cui la pennellata viene frantumata in piccoli tocchi, o punti, di colori puri, accostati e contrapposti secondo le leggi ottiche di Blanc e Chevreul, così che l'osservatore, posto e una giusta distanza, sia in grado di vedere correttamente l'immagine. Aspetti della vita contemporanea ( il teatro, il circo, le ballerine, etc.) se ne discosta nella definizione delle forme (disegno), le quali risentono dello studio approfondito della pittura classica da Raffaello ad lngres.
               Analoghe considerazioni valgono per Edouard Manet (1832- 1883), considerato l'ispiratore del movimento impressionista, poichè pose le premesse per il superamento della pittura accademica dominante nei Salon parigini degli anni Sessanta. Il Dejeuner sur l'herbe (1863) e l'Olympia (1865) sono un esernpio.
LAND ART
Tale denominazione raccoglie i lavori di artisti che operano attraverso interventi sul paesaggio naturale.
                 L'artista esce dallo spazio tradizionale della galleria o del museo ed interviene direttamente sullo spazio macroscopico della natura: ampie distese di deserto, montagne rocciose, campi ricoperti di neve, fiumi che si estendono all'infinito, tipico della cultura anglosassone e del paesaggio americano.
                 L' intervento sulla natura avviene in scala sul paesaggio, perciò le tracce ed i segni lasciati dall'artista sono macroscopici ed evidenti. Gli interventi sono realizzati mediante strumenti tecnologici che reggono l'urto con la quantità di spazio da affrontare.
                 L' intenzione è quella di avere un impatto, un'esperienza con uno spazio depurato e libero da qualsiasi condizionamento.
                 Il termine Land Art é stato coniato nel 1969 da Gerry Schum che ha realizzato un videotape che raccoglie dal vivo gli interventi degli artisti.
                 Fra i maggiori autori della Land Art citiamo Robert Smithson, Richard Long l'italiano Walter De Maria e quello che ci sembra ad oggi il più rappresentativo ed originale: Javacheff Christo meglio conosciuto col nome Christo.

MAGICO PRIMARIO (POSTMODERNO)
Movimento artistico sorto dall'omonima mostra del 1980 e teorizzato da Flavio Caroli nel 1982. Rientra nel Postmoderno, ovvero a quel termine internazionale che accomuna la cultura in genere (architettura, design, pubblicità, arte ecc.) alla vita quotidiana.
                 Il movimento propone l’abbandono del concetto di avanguardia con l’idea di un revival delle più varie esperienze figurative del sec. XX. Ne fanno parte Ubaldo Bartolini, Omar Galliani, Luigi Mainolfi, Aldo Spoldi, Salvo, Luciano Castelli, Nino Longobardi, Gianfranco Notargiacomo, Giordanato e Marcello Jori.

MAIL ART (ARTE DELLA POSTA)
La mail-art, o "arte postale" è, più che una tendenza artistica, una esperienza nata dalla costola dell’arte di comportamento e concettuale degli anni Sessanta: in particolare dallo spirito del gruppo Fluxus, il vivace movimento internazionale che si distinse per una serie di azioni, interventi, creazioni di spirito neodadaista.
                Da Fluxus viene l’americano Ray Johnson, che nel 1962 mandò per posta i suoi lavori nel mondo ("Add to and return to") e fondò la New York Corrispondance School of Art Scuola d’arte "per corrispondenza" nella quale non solo gli elaborati spediti per posta, ma le buste, i francobolli, i timbri finirono per confluire nell’operazione artistica. Ma è stato uno dei massimi esponenti dell’arte concettuale americana, On Kawara, a conferire aura di progettualità ad una intuizione nata come gioco eversivo ai margini del sistema: con le operazioni "I got up" del 1969 (cartoline postali inviate tutti i giorni per 4 mesi ad artisti, critici, amici, con l’indicazione dell’ora in cui si era alzato da letto) e "I am still alive" del 1970 (telegramma inviato a Sol Lewitt, che ne trasse 74 variazioni). In questo modo la mail art si precisava come l’ala più mobile e più "democratica", per così dire, di un’arte che rifiutava gli oggetti per affidarsi a messaggi immateriali, ad operazioni sul linguaggio della comunicazione. E' lo scambio di arte e di idee fra artisti visivi, audio e letterari.
                Di qui una vasta diffusione della mail art, con la nascita di gruppi internazionali in relazione e la costituzione di associazioni mostre, progetti, conferenze, seminari, musei ed archivi internazionali. (Archivio Internazionale Mail Art)
                Una crescita che ha resistito alla crisi della cultura concettuale negli anni Ottanta: sia per incroci con altre esperienze come la poesia visiva, sia avvalendosi di nuove tecnologie della comunicazione, come la fotocopiatrice. Ma soprattutto il fax (tanto che è nata una sottospecie della mail art, la Fax Art con i suoi operatori e le sue manifestazioni).
                Nuovo impulso peraltro ha ricevuto la mail art da Internet. Infatti la posta elettronica, abolendo distanze spaziali e temporali, arricchendo i messaggi con gli ipertesti, ha consentito alla mail art un salto di qualità anche concettuale. In sostanza essa è oggi più che una variante forte della Net Art, ne costituisce un pilastro. Lo dimostrano le operazioni di mail art proposte in grandi mostre internazionali come Documenta a Kassel e Manifesta a Francoforte, con banchi telematici a disposizione anche del pubblico o allestimento di chioschi per la ricezione-diffusione dei messaggi.
                Ne esce rafforzata la motivazione originaria di questa esperienza: quella di proporre un’arte diffusa fuori dagli schemi del sistema, accessibile a tutti, che offre più che opere e prodotti, processi mentali, stimoli creativi, scambi di idee. Un’idea forse effimera dell’arte, ma ben a passo coi tempi. E col suo pedigree storico: le radici della mail art sono infatti anch’esse da ricercare nelle avanguardie dadaiste e futuriste del primo Novecento.

MASSURREALISMO (MASSUREALISM)
Massurrealismo è un arte che si è sradicata nella combinazione pop-art e surrealismo ed è stata influenzata dai mass-media. Massurrealismo è una forma di surrealismo, essenzialmente è uno sviluppo ulteriore del surrealismo che riconosce la forte influenza dei mass-media e della tecnologia, sull' odierno linguaggio figurato surrealista.
                 La frase è stata coniata dal pittore americano James Seehafer, il quale ha scritto uno strano e breve articolo su questo soggetto, pubblicato nel 1992. Seehafer, come molti altri artisti contemporanei è stato molto influenzato dal pop e dal surrealismo. Ha cominciato con una serie di pitture che hanno consistito di carrelli come tema. Come simbolo di pop-culture in ogni funzione, le pitture del carrello di Seehafer lo hanno spinto ad esplorare il senso di più alta realtà nel pop-art e mass-media, conducendolo a fondare il concetto del massurrealismo. Seehafer precisa che la parola massurrealismo è la novità. Il movimento è già in corso. Gli eruditi e gli entusiasti di arte sembrano essere in accordo. Da allora, il concetto di massurrealismo sta ricevendo interesse positivo dalla comunità artistica a livello universale.
                Dall' interesse generato da altri artisti, si è svolta un' esposizione ufficiale del gruppo di massurrealisti nel 1995 nella piccola cittadina di South Norwalk, Connecticut, U.S.A. Questa esposizione ha caratterizzato varie arti spinte dal mass-media, compreso il video arte. A sua volta, l' esposizione ha ispirato un gruppo d' allievi d'arte ad Amburgo, Germania ad organizzare, l' anno seguente, un' esposizione massurrealista.
                Un secondo manifesto pubblicato nel 1996 intitolato "Massurrealism: A Collection of Views" consiste di vari atri pareri sul soggetto del massurrealismo da altri artisti, compresi sono un ex direttore d'arte di pubblicità Salvatore Lodico, il video artista Shaun Pritchard, così come il progettista grafico e pittore Michael Morris.
                Un punto importante riguardando il massurrealismo: poiché esiste un filo comune fra i massurrealisti dell' unione di vari temi con il pop-art/mass-media e tecniche al senso di presenza del surreale, le varie funzioni di esso sono esplorate diversamente da ogni artista. Per esempio, il pittore Michael Morris incorpora le tecnologie correnti (macchine copiatrici, macchine di fax, rub-downs, immagini computerizzate) per aiutare la produzione delle sue pitture d'olio. Usando i mass-prodotti come qualsiasi altro artista farebbe, Morris genera un'immagine surrealista. Queste tecniche fanno come ponti che uniscono lo spacco fra "i mezzi tradizionali" e più nuovi.
                 Mentre il tempo progredisce, nuovi mezzi e tecnologia sono scoperti. Gli elementi del computer da soli stanno cambiando cosa è considerato il mass-media. Massurrealismo abbraccia e comprende il mistero circa cui la realtà esiste. Tra i maggiori esponenti del movimento ricordiamo pure Bayardo Carrillo Jr. e Scot Hacker.

METAFISICA
 Corrente pittorica che si sviluppa a partire dall'incontro fortuito a Ferrara nel 1916-17 dei fratelli Giorgio De Chirico e Alberto Savinio con Carrà e De Pìsis (Filippo Tibertelli). Morandi vi aderirà più tardi. Va però precisato che suggestioni rnetafisiche erano già rilevabili nella serie delle "Piazze italiane" e degli "Interni rnetafisici" dipinti da De Chirico negli anni '10, tele abitate da un clima di inquietante estraneità e di allucinata tensione.
                 I pittori metafisici offrono una visione enigmatica della realtà. Gli oggetti, per loro, costituiscono la "rivelazione magica" di un "realtà metafisica" che non ha alcun rapporto con la realtà storica e naturale; accostati in modo incongruo essi producono un affetto estraniante. Paesaggi urbani e nature morte sono immersi in un'atmosfora onirica, quasi spettrale, resa ancor più sinistra dal minuzioso trattamento realista con cui gli oggetti e lo scenario prospettico sono definiti.
                 La pittura metafisica non tiene conto dei risultati delle esperienze avanguardistiche e rivendica il valore primario della tradizione figurativa italiana.
                 Nell'ambito di questa corrente si possono individuare due tendenze. Nella prima, ricca di suggestioni simboliche e letterarie in cui confluiscono elementi "neoclassici" ispirati al pensiero di Nietzsche e di Schopenhauer nonché alla pittura di Böcklin, vi prevalgono la dimensione magica ed enigmatica (De Chirico e Savinio). La seconda, interessata a problematiche più strettamente pittoriche e formali, trae invece profitto dalle esperienze puriste dei "primitivi" italiani dei '300 e '400, per un'arte che esalti una "poetica delle cose ordinarie" (Carrà e Morandi).
Altri pittori sensibili alla poetica metafisica furono: Campigli, Casorati, Donghi, Sironi, Soffici, Soldati, Tozzi. La diffusione delle idee estetiche del movimento fu svolta dalla rivista Valori plastici (1918-22).

MONOHA
Corrente pittorica molto vicina alle teorie e alle esperienze del Gutai pur riscontrando in essa punti di contatto con l'Arte Povera.
                 Il termine Monoha in giapponese significa "scuola delle cose" e ad adottarlo furono un gruppo di artisti giapponesi per designare il loro operato composto appunto di "cose". Erano: U Fan Lee, Kishio Suga, Katsuro Yoshida, Susumu Koshimizu, Nobuo Sekine, Katsuhiko Narita.
            I materiali impiegati erano oggetti allo stato naturale (pietre,terra,legni,carboni ecc.) o manufatti (carta, acciaio ecc.). In un primo momento (1968) il teorico del gruppo é  U Fan Lee e le opere sono costituite da un oggetto o al massimo da due in relazione tra loro. In Un secondo momento é solo Kishio Suga a portare avanti il discorso Monoha arricchendolo di situazioni ambientali più complesse fino a suggerire che è proprio la natura stessa opera d'arte, l'artista si limita solo ad "incontrarla" o "rivelarla" senza intervento alcuno su di essa.

MURALISMO
 Il modello di riferimento più famoso di muralismo è il "muralismo messicano" nato intorno agli anni venti come espressione di quelli che erano gli ideali circa la politica, l'arte e il ruolo svolto dalla cultura. I "tre grandi" furono Diego Rivera, Josè Clemente Orozco e Alfaro David Siqueiros. Questi credevano in un'arte collettiva che potesse essere goduta da larghi strati di società, non a caso collocavano le loro opere in luoghi pubblici di larga frequentazione ed erano non a caso anche di grosse dimensioni.
                   I temi principali riguardano la narrazione del mondo precolombiano e delle sue tradizioni, che non bisognava dimenticare, e il periodo che va dalla conquista spagnola fino all'avvio dell'epoca moderna, culminata nella rivoluzione del 1910.
                   Oggi la critica ha messo in risalto sia la grandezza, sia le incongruenze esistenti all'interno del muralismo; bisogna inoltre considerare il clima del momento, il fervore politico nel quale vivevano gli artisti che inaugurarono la grande stagione murale nel 1922.
                   Il muralismo messicano si sviluppa seguendo le tendenze caratteriali di ciascun artista, presentandosi cosi' poliedrico per quanto riguarda le idee in campo politico e le tecniche di realizzazione.
                   Negli anni '70 i murales sono stati usati in Cile come forma di comunicazione per spiegare alla popolazione, in gran parte analfabeta, i contenuti della lotta contro l'oppressione.
                   La pittura sui muri era una forma di espressione molto diffusa in Cile durante il governo di Salvador Allende; dopo il colpo di stato militare del Settembre 1973 e l'uccisione di Allende, molti cileni sono stati costretti a rifugiarsi all'estero. Gruppi esuli continuavano a dipingere i soggetti che dipingevano in patria, perche' la gente, vedendo quei muri, non avesse dimenticato il destino del loro paese.
                   In molte altre parti del mondo i murales sono diffusi come forma spontanea e collettiva di espressione artistica.
                   Le tecniche utilizzate dai muralisti messicani erano inizialmente quelle antiche dell'affresco e dell'encausto. Poi Siqueiros sperimentò nuovi sistemi di colorazione, usando vernici e strumenti industriali. Cominciò così a utilizzare la pistola a spruzzo e l'aerografo con vernice per auto (ossido di pirossellina) e resine sintetiche a rapida essiccazione, resistenti agli agenti atmosferici (ideali quindi per murales esterni).
                   I murales di oggi non hanno la stessa funzione di quelli messicani o di quelli cileni, ma vengono disegnati per attirare l'attenzione della gente. Vi e' un grande divario nei settori in cui viene applicata quest'arte murale, con grado di partecipazione pubblica piu' o meno elevato. Alcuni dipinti murali sono sponsorizzati dall'industria a fini pubblicitari.
                   Secondo il critico Mark Treib, in America si possono distinguere due scuole, che differiscono tra loro per stile e contenuto, e che sono rappresentate dalle contrapposte culture della West Coast e della East Coast, con Los Angeles e New York come principali punti di riferimento. Sono noti i muri iperrealisti di Los Angeles, alcuni gruppi di lavoro intraprendono progetti con la tecnica dei "trompe l'oeil", provocando sconcertanti illusioni ottiche. I gruppi piu' famosi di artisti che disegnano murales, sono il Fine Heart Squad in Inghilterra e il City Walls Inc. negli Stati Uniti.


Corrente pittorica basata sull'esecuzione elementare, semplice e in modo fiabesco di scene di vita quotidiana, con un ricco accostamento di colori, usati generalmente puri.
                Tra i maggiori protagonisti della pittura naïf ne ricordiamo uno in particolare, forse il più grande, Antonio Ligabue (vero nome Antonio Laccabue). Nato in Svizzera nel 1899 morì in Italia a Gualtieri nel 1965.

NEOPLASTICISMO
                Il Neoplasticismo mosse i primi passi con Theo Van Doesburg (vero nome C.E.M. Kupper, 1833-1931) e con la fondazione del gruppo facente capo alla rivista De Stijl, ma il teorico del movimento fu il pittore Mondrian.
                Il Neoplasticismo di Piet Mondrian, era imperniato su linee verticali ed orizzontali, perpendicolari le une alle altre.
                Lo scopo dell' arte neoplastica era raggiungere, utopisticamente, un
equilibrio e un' armonia non solo nell' arte ma anche nella società attraverso un nuovo modo di vedere il materiale e lo spirituale.
               Tra i maggiori protagonisti ricordiamo: oltre che a Mondrian il pittore Van Der Leck, gli architetti Oud, Van’t Hoff e Wils, ai quali si unirono lo scultore Vantongerloo e il pittore Huszar.
               In seguito Theo Van Doesburg sostenne che i principi dell' arte astratta si potevano e dovevano applicare anche al design e all'architettura con uno stile moderno, privo di ornamenti, fondamentalmente basato sui colori primari. Da li a poco fondò una diversificazione del Neoplasticismo chiamandolo Elementarismo o Concretismo che abbraccia tutte le forme di pittura geometrica in opposizione ai vari movimenti dell’astrattismo lirico (informali, tachisti, gestuali, segnici, materici, action painting ecc.).

NOVECENTO
                 Movimento artistico costituito a Milano nel 1922 intorno al gruppo dei Sette (Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Gian Emilio Malerba, Piero Marussig, Ubaldo Oppi, Mario Sironi) riuniti alla galleria Pesaro dalla critica Margherita Sarfatti.
                 Il gruppo si tresformò ufficialmente in movimento, il Novecento Italiano,  in occasione di due mostre di Palazzo della Permanente di Milano
(1926 e 1929), cui parteciparono i maggiori pittori e scultori, spesso di tendenze opposte, operanti in Italia. Nonostante la volontà di darsi un'identità critica unitaria, il movimento corrispondeva più a un certo clima culturale che a un orientamento estetico preciso: più che proporre una teoria stilistica ben articolata, esso incitò e trattare determinati soggetti (ritratto, natura morta e paesaggio).
                 Il recupero della tradizione figurativa del primitivismo giottiano e del Rinascimento italiano contro gli eccessi delle avanguardie era finalizzato al controllo della forma e del volume all'interno di composizioni perfettamente equilibrate e raffinatissime (già presente in Valori Plastici  e nella pittura metafisica di De Chirico e Carrà). Il tutto in nome di un classicismo dai contorni piuttosto imprecisi.
                 Intorno al 1930, le implicazioni ideologiche del '"itorno all'ordine" e di una mal definita "italianità" parole d'ordine che ben si adattavano alla politica culturale del regime, favorirono una svolta fascista che determinò polemiche e scissioni all'interno del gruppo.
                 Novecento si manifestò anche nella letteratura (Bontempelli) e nell'architettura (G. Muzio, P. Portaluppi, G. Ponti).

FIGURAZIONE
Con il termine di "Nuova figurazione" si intende quell'area di ricerca che, emersa alla fine degli anni Cinquanta, ha voluto conciliare le istanze del realismo con un linguaggio pittorico contemporaneo, autonomo sia dal realismo socialista che dalle poetiche dell'informale. Alcuni tra i maggiori protagonisti di questo movimento (da Francis Bacon e Alberto Giacometti agli italiani Vespignani , Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi) sono cresciuti nell'ambito del realismo esistenziale dell'immediato dopoguerra, rappresentando con immagini crude un disagio esistenziale e sociale.
                  La "Nuova Figurazione" ha trovato tra i suoi padri ispiratori un personaggio già attivo tra le due guerre, Alberto Ziveri, testimone di una realtà letta senza ideologie, come puro evento quotidiano. A livello internazionale, personalità come James Mc Garrell, Gilles Aillaud, William Bailey, hanno contribuito ad ampliare lo spettro degli interessi tematici e stilistici di questa tendenza, giungendo spesso a confrontarsi con altri movimenti quali la pop art, l'iperrealismo, o riscoprendo grandi maestri dimenticati dalle avanguardie come Bonnard o Balthus.

NUOVI NUOVI
Nella mostra "Dieci anni dopo: i nuovi nuovi" a Bologna, il critico Renato Barilli presenta nel 1980 una generazione postmoderna di artisti molti dei quali detti "Iconici" o "nuovi primitivi" ed altri "aniconici" che privilegiano anche l'uso dell'elettronica per creare le loro opere.
                Nei Nuovi Nuovi prevalgono citazioni d'arte mescolate ad interventi fumettistici e cartellonistici. Lo stile a volte si mescola al liberty creando una sorta di effetto kitsch.
                Nel gruppo si distinguono fra i tanti: Jori, Mainolfi, Maraniello, Messina, Ontani, Salvo, Spoldi e Wal.

SURREALISMO
Movimento letterario ed artistico nato e Parigi sotto l'impulso teorico di André Breton con la pubblicazione, nel 1921, del Primo Manifesto del Surrealismo.
                Mossi da motivazioni ideologiche prima ancora che estetiche - l'adesione al marxismo ne costituirà un tratto saliente - i surrealisti rifiutarono la nozione di autonomia dell'arte (I'art pour l'art) e concepirono l'attività artistica come mezzo per esprimere "il funzionamento reale dei pensiero". L'arte deve essere il risultato dell'immediata corrispondenza tra inconscio e gesto poetico o pitorico: la coscienza non deve esercitare alcun controllo morale o razionale sui risultati finali, in ossequio a canoni estetci prestabiliti o a tabù. Perciò i surrealisti ricorrono al principio dell"'automatismo psichico" (preso a prestito dalla psicanalisi freudiana e adattato al dominio della creazione artistica), e al sogno come luogo privilegiato in cui approdare a una "surrealtà" intesa quale "punto supremo" in cui tutte le contraddizioni trovano soluzione.
                 La ricerca di un "modello puramente interiore" cui la pittura deve ubbidire, trovò ispirazione in varie fonti: il simbolismo visionario di Moreau, l'effetto di straniamento degli interni metafisici  di De Chirico, la radicalità dadaista di Duchamp, la spontaneità dell'astrazione lirica di Kandinsky, la valenza magica ed egnimatica dell'arte dell'Oceania, dell'Alaska e del Nuovo Messico, la creatività irrazionale dei malati mentali.
                 I pittori surrealisti non appaiono quindi come un gruppo omogeneo (come gli impressionisti francesi). In a particolare ognuno di loro ha un suo modo personale di portare alla luce la propria psiche, fra di essi Salvador Dalì si distingue per la sua originale teoria della "paranoia critica", definita come "metodo spontaneo di conoscenza irrazionale dei fenomeni deliranti", che mira ad oggettivare le immagini oniriche.
                   Poichè l'obiettivo era di tradurre l'attività dell'inconscio in termini plastici, una grande verietà di stili era ammessa. A tale scopo i surrealisti misero a punto numerose tecniche inedite: il collage il frottage (Ernst) la pittura automatica (Masson,Mirò e Tanguy), i quadri di sabbia (Andre Masson), i rayogrammes (Man Ray), la decalcomania (Oskar Dominguez) il fumage (Wolfang Paalen).
                  La poetica surrealista coinvolse anche altri artisti che, pur non aderendo ufficialmente al Surrealisrno, ne furono comunque influenzati (Picasso e Klee).
                  Alla fine degli anni '20 il movimento si internazionalizzò sviluppandosi in Belgio (Magritte) ìn Cecoslovacchia e in Giappone.
Durante la seconda guerra mondiale numerosi surrealisti emigrarono negli Stati Uniti, dove pittori quali Masson, Ernst e Matta influenzarono in modo determinante la pittura americana (Arshile Gorky e l'Espressionismo astratto).
                 Dopo la guerra, rotture ed esclusioni, ma anche nuove adesioni, modificarono il profilo del gruppo.
                 Va infine menzionata la particolare importanza accordata dai surrealisti all'attività espositiva, che si concretizzò in una serie di mostre internazionali, la prima tenutasi a Londra nel 1938 e l'ultima a Parigi nel 1966


NUOVO REALISMO (NOUVEAU RÉALISME)
                 Tra i tanti movimenti che hanno caratterizzato la vivacissima stagione degli anni Sessanta, il "Nouveau Réalisme", "Fluxus" e il "Wiener Aktionismus" sono forse i più radicali, discendenti diretti dell'avanguardia dadaista di inizi secolo.
                 Il termine é stato coniato nel 1958 in America ed associato all'opera di Jasper Johns e Robert Rauschemberg. In europa nasce dalla collaborazione tra alcuni artisti, in particolare francesi, e il critico Pierre Restany, il "Nouveau Réalisme" è stato caratterizzato da una forte critica nei confronti della società dei consumi, della quale ha messo in luce le contraddizioni, proponendo al contempo un nuovo modo di riutilizzo "estetico" degli oggetti. I manifesti strappati di Rotella, le composizioni da tavola di Spoerri, le distruzioni di Arman   le compressioni di César  la "merda d'artista" di Manzoni gli " impacchettaggi di Christo, sono esemplificative di questo rapporto conflittuale con la realtà e con l'oggetto, che si risolve spesso in un grande gioco, in uno sberleffo alle convenzioni artistiche e sociali. 


SURREALISMO
Movimento letterario ed artistico nato e Parigi sotto l'impulso teorico di André Breton con la pubblicazione, nel 1921, del Primo Manifesto del Surrealismo.
                Mossi da motivazioni ideologiche prima ancora che estetiche - l'adesione al marxismo ne costituirà un tratto saliente - i surrealisti rifiutarono la nozione di autonomia dell'arte (I'art pour l'art) e concepirono l'attività artistica come mezzo per esprimere "il funzionamento reale dei pensiero". L'arte deve essere il risultato dell'immediata corrispondenza tra inconscio e gesto poetico o pitorico: la coscienza non deve esercitare alcun controllo morale o razionale sui risultati finali, in ossequio a canoni estetci prestabiliti o a tabù. Perciò i surrealisti ricorrono al principio dell"'automatismo psichico" (preso a prestito dalla psicanalisi freudiana e adattato al dominio della creazione artistica), e al sogno come luogo privilegiato in cui approdare a una "surrealtà" intesa quale "punto supremo" in cui tutte le contraddizioni trovano soluzione.
                 La ricerca di un "modello puramente interiore" cui la pittura deve ubbidire, trovò ispirazione in varie fonti: il simbolismo visionario di Moreau, l'effetto di straniamento degli interni metafisici  di De Chirico, la radicalità dadaista di Duchamp, la spontaneità dell'astrazione lirica di Kandinsky, la valenza magica ed egnimatica dell'arte dell'Oceania, dell'Alaska e del Nuovo Messico, la creatività irrazionale dei malati mentali.
                 I pittori surrealisti non appaiono quindi come un gruppo omogeneo (come gli impressionisti francesi). In a particolare ognuno di loro ha un suo modo personale di portare alla luce la propria psiche, fra di essi Salvador Dalì si distingue per la sua originale teoria della "paranoia critica", definita come "metodo spontaneo di conoscenza irrazionale dei fenomeni deliranti", che mira ad oggettivare le immagini oniriche.
                   Poichè l'obiettivo era di tradurre l'attività dell'inconscio in termini plastici, una grande verietà di stili era ammessa. A tale scopo i surrealisti misero a punto numerose tecniche inedite: il collage il frottage (Ernst) la pittura automatica (Masson,Mirò e Tanguy), i quadri di sabbia (Andre Masson), i rayogrammes (Man Ray), la decalcomania (Oskar Dominguez) il fumage (Wolfang Paalen).
                  La poetica surrealista coinvolse anche altri artisti che, pur non aderendo ufficialmente al Surrealisrno, ne furono comunque influenzati (Picasso e Klee).
                  Alla fine degli anni '20 il movimento si internazionalizzò sviluppandosi in Belgio (Magritte) ìn Cecoslovacchia e in Giappone.
Durante la seconda guerra mondiale numerosi surrealisti emigrarono negli Stati Uniti, dove pittori quali Masson, Ernst e Matta influenzarono in modo determinante la pittura americana (Arshile Gorky e l'Espressionismo astratto).
                 Dopo la guerra, rotture ed esclusioni, ma anche nuove adesioni, modificarono il profilo del gruppo.
                 Va infine menzionata la particolare importanza accordata dai surrealisti all'attività espositiva, che si concretizzò in una serie di mostre internazionali, la prima tenutasi a Londra nel 1938 e l'ultima a Parigi nel 1966.

OP ART (OPTICAL ART)
Le caratteristiche dell’Op’Art (Optical Art), sono costituite dal rapporto tra l’opera Op’Art ed il movimento, indotto ma mai reale.
La piattezza è distrutta dall’immagine del movimento, poiché tutta la superficie è 'animata'.
                  L’Op Art, appoggiandosi su premesse di ordine scientifico, è caratterizzata da un rigore sistematico e da un accentuato dogmatismo. Il principio di partenza è quello geometrico e la risultanza tende a determinare sull’osservatore uno stimolo ottico di ordine psicologico.
                 L’ Op Art rientra dunque nell’ambito più generale delle ricerche gestaltiche. Nata intorno al 1965 la Optical Art vede come tra i suoi maggiori protagonisti l'ungherese Victor Vasarely ma anche Mead Schaeffer, Julio Le Parc, Jesus Raphael Soto, l'inglese Bridget Riley ed infine l'olandese Maurits Cornelis Escher uno dei più grandi grafici europei dei primi del '900. 

ORFISMO
 Il termine fu usato per la prima volta dal poeta Guillaume Apollinaire nel 1912 in occasione di una mostra di Robert Delaunay alla galleria berlinese "Der Sturm", intendendo con esso distinguere il nascente movimento della giovane pittura contemporanea che propugnava la preminenza del colore nella composizione pittorica.      
                 Riferendosi al modo di dipingere a cerchi concentrici del gruppo di Delaunay, Kupka e Picabia, appunto nel 1912 a Berlino, parlò di "Cubismo orfico": …L’arte di dipingere dei nuovi insiemi con degli elementi presi a prestito non alla realtà visiva ma interamente creati dall’artista e dotati da lui di una potente realtà…
                 Apollinaire, in sostanza, valutando tutta l’importanza del passaggio dal figurativo al non oggettivo, inventa il termine Orfismo per designare tutte le manifestazioni coloristiche che riscaldano di speranza la rigorosa e fredda monotonia del Cubismo. In realtà Delaunay, partito alla ricerca di qualcosa che non fosse più lacerato, drammatico, frantumato, compose le sue "Finestre" definendole Frasi colorate, vivificanti la superficie della tela secondo misure cadenzate che si succedono accavallandosi in movimenti di masse colorate. Il colore questa volta, è pressoché fine a se stesso…
                   Egli rinunciava alle immagini derivate dalla realtà abolendo gli oggetti che potevano corrompere l’opera coloristica.
                   Apollinaire, in definitiva, costatando come le manifestazioni di estrema vitalità della giovane pittura traducessero una novità d’evasione dalle rigide armonie di Picasso e di Braque, profetizzava una vera esplosione del cubismo. Ispirandosi ai poemi del suo Le Bestiaire d’Orphée (1900), il poeta amico dei pittori accostava così le esperienze di Delaunay, di Kupka e dei giovani pittori appartenenti al loro gruppo, ai giochi poetici e musicali, la cui fantastica immaginazione, lo affascinava. Secondo il poeta francese Delaunay riteneva che, se un colore semplice non determina il tono complementare si frange nell’atmosfera e provoca simultaneamente tutti i colori dello spettro solare. Delaunay da parte sua osservava che …nella pittura moderna il fondamento di ogni espressione pura non potrà essere che il contrasto simultaneo : unico mezzo per assicurare il dinamismo dei colori e la loro composizione nel quadro. Una esaltazione della funzione dinamica del colore che determinerebbe un’arte interamente nuova, con proprie leggi creative, staccata da ogni obbiettiva e visuale rappresentazione della natura. In realtà, il concetto basilare di una pittura orfica risalirebbe alla "legge del contrasto simultaneo dei colori" formulata da Michel Chevreul che espose sotto l’omonimo titolo le sue teorie ancora nel 1838 e che Delaunay aveva studiate. In precedenza Delaunay aveva sottolineato la sua fedeltà ai colori puri dell’Impressionismo, e in seguito aveva esaltato il contrasto del colore, ammirando la geniale trovata di Seurat, per giungere ad affermare che il principio di tutta la pittura moderna era espresso dal simultaneo contrasto dei colori. Una teoria che portò al dinamismo del colore e alla costruzione dei quadri secondo un concetto primario. L’esaltazione del colore portava per conseguenza la totale inutilità, nel dipinto, dell’oggettiva rappresentazione della natura.
 L’Orfismo, come il Cubismo aveva ricomposto diversamente gli oggetti nel dipinto, ricercava nella ricomposizione della luce il suo attuarsi, e Delaunay la compose e ricompose a caso affidando la bellezza del dipinto a una nuova realtà luminosa. Egli fu seguito da Kupka e Picabia, il primo nella ricerca di sovrapporre superfici colorate e piani di colore che si intersecano e innestano gli uni negli altri con singolari effetti; il secondo, Picabia, soggiacendo all’Orfismo nella sua costante ricerca di verità e per il suo interesse connaturale per la poesia che nella concezione dell’Orfismo appare tanto suggestiva quanto fondamentale. Naturalmente Robert Delaunay rimane la figura più rilevante dell’Orfismo che egli iniziò tornando alla pittura, per così dire, pura, dove appunto il colore diveniva soggetto. Ancora, tra gli orfisti, ricordiamo la stessa moglie di Delaunay, Sonya Terk, che seguì l’esperienza cubista e orfica del marito per vivere in seguito una sua propria vicenda nel campo dell’Astrattismo volgendosi particolarmente all’abbigliamento e alla decorazione.

PITTURA ASSOLUTA
Definizione di un modo di dipingere che esclude completamente la presenza di oggetti, riducendo il quadro ai più semplici elementi geometrici. Trovò l’avvio nel celebre Quadrato nero su fondo bianco esposto nel 1913 da Malevitch, il pittore russo fondatore del Suprematismo, attraverso un approccio analitico, crea un'immagine armonica e dinamica, basata sulla semplificazione radicale di forma e colore e ordinata secondo rapporti numerici e formali rigorosamente stabiliti in cui ciò che conta è il perfetto equilibrio tra le parti. Questo atto coraggioso, che contemporaneamente si annunciava a Parigi attraverso la pittura di Kupka, segnò il crollo dell’Espressionismo astratto, sostituendo all’espressione e alla descrizione la costruzione architettonica del quadro, l’imposizione di forme elementari ed appunto "assolute". Ne derivò un vasto movimento, tutto basato sull’estetica della geometria.
 
POESIA VISIVA (NARRATIVE ART)
 Derivazione dell'Arte Concettuale. Di questa assume il procedimento analitico. Nasce dall'uso simultaneo dell'immagine fotografica e della letteratura, che formano insieme un'opera unitaria.
                Ma l'unità del lavoro poggia sulla diversificazione tra testo e immagine, nel senso che la narrazione avviene su due linee parallele che non convergono mai: la fotografia produce un'informazione e la parola ne produce un'altra assolutamente indipendente.
                Così nasce un'opera che contiene all'interno livelli d'informazione che riguardano non tanto i racconti prodotti dal mezzo fotografico e dalla letteratura, ma quanto un'analisi dei processi narrativi che tali mezzi possono produrre.
                Tutto questo é stato anticipato dalla Poesia Visiva nel suo intreccio tra parola e immagine. 
                Tra gli artisti internazionali, il gruppo più numeroso e vivace è stato quello italiano che annovera i nomi ormai storici di operatori quali
Lamberto Pignotti, Ugo Carrega, Stelio Maria Martini, Eugenio Miccini, Luciano Caruso e Mirella Bentivoglio, solo per citarne alcuni.

SPAZIALE, SPAZIALISMO
  Per Spaziale si intendono i valori e gli aspetti inerenti allo spazio. Spazialismo è una corrente fondata a Milano nel 1947 da Lucio Fontana.
                 Nel 1948 il manifesto del Movimento Spaziale è firmato appunto da Lucio Fontana, Giorgio Kaisserlian, Beniamino Joppolo, Milena Milani e Antonino Tullier.
                 Lo Spazialismo mira alla creazione di opere che vanno oltre la manualità del fare pittorico tradizionale, oltre la pittura classica per eccellenza. Gli artisti dello Spazialismo sono affascinati soprattutto da concetti quali energia, forze e correnti.
                Il dibattito italiano sulla tecnologia e la scienza in questo preciso momento storico si divarica tra hardware e software, industria pesante ed elettronica.

SURREALISMO
Movimento letterario ed artistico nato e Parigi sotto l'impulso teorico di André Breton con la pubblicazione, nel 1921, del Primo Manifesto del Surrealismo. Mossi da motivazioni ideologiche prima ancora che estetiche - l'adesione al marxismo ne costituirà un tratto saliente - i surrealisti rifiutarono la nozione di autonomia dell'arte (I'art pour l'art) e concepirono l'attività artistica come mezzo per esprimere "il funzionamento reale dei pensiero". L'arte deve essere il risultato dell'immediata corrispondenza tra inconscio e gesto poetico o pitorico: la coscienza non deve esercitare alcun controllo morale o razionale sui risultati finali, in ossequio a canoni estetci prestabiliti o a tabù. Perciò i surrealisti ricorrono al principio dell"'automatismo psichico" (preso a prestito dalla psicanalisi freudiana e adattato al dominio della creazione artistica), e al sogno come luogo privilegiato in cui approdare a una "surrealtà" intesa quale "punto supremo" in cui tutte le contraddizioni trovano soluzione.  La ricerca di un "modello puramente interiore" cui la pittura deve ubbidire, trovò ispirazione in varie fonti: il simbolismo visionario di Moreau, l'effetto di straniamento degli interni metafisici  di De Chirico, la radicalità dadaista di Duchamp, la spontaneità dell'astrazione lirica di Kandinsky, la valenza magica ed egnimatica dell'arte dell'Oceania, dell'Alaska e del Nuovo Messico, la creatività irrazionale dei malati mentali.  I pittori surrealisti non appaiono quindi come un gruppo omogeneo (come gli impressionisti francesi). In a particolare ognuno di loro ha un suo modo personale di portare alla luce la propria psiche, fra di essi Salvador Dalì si distingue per la sua originale teoria della "paranoia critica", definita come "metodo spontaneo di conoscenza irrazionale dei fenomeni deliranti", che mira ad oggettivare le immagini oniriche.  Poichè l'obiettivo era di tradurre l'attività dell'inconscio in termini plastici, una grande verietà di stili era ammessa. A tale scopo i surrealisti misero a punto numerose tecniche inedite: il collage il frottage (Ernst) la pittura automatica (Masson,Mirò e Tanguy), i quadri di sabbia (Andre Masson), i rayogrammes (Man Ray), la decalcomania (Oskar Dominguez) il fumage (Wolfang Paalen).  La poetica surrealista coinvolse anche altri artisti che, pur non aderendo ufficialmente al Surrealisrno, ne furono comunque influenzati (Picasso e Klee). Alla fine degli anni '20 il movimento si internazionalizzò sviluppandosi in Belgio (Magritte) ìn Cecoslovacchia e in Giappone. Durante la seconda guerra mondiale numerosi surrealisti emigrarono negli Stati Uniti, dove pittori quali Masson, Ernst e Matta influenzarono in modo determinante la pittura americana (Arshile Gorky e l'Espressionismo astratto). Dopo la guerra, rotture ed esclusioni, ma anche nuove adesioni, modificarono il profilo del gruppo. Va infine menzionata la particolare importanza accordata dai surrealisti all'attività espositiva, che si concretizzò in una serie di mostre internazionali, la prima tenutasi a Londra nel 1938 e l'ultima a Parigi nel 1966.


TRANSAVANGUARDIA (NUOVI SELVAGGI - NEVEN WILDEN)
E' lecito affermare che Modena è stata l'autentica culla della "Transavanguardia". Una serie di mostre ormai storiche alla Galleria Mazzoli agli inizi degli anni Ottanta e la grande rassegna "Transavanguardia Italia/America" tenutasi alla Galleria Civica nel 1982 hanno infatti segnato le tappe fondamentali dell'affermazione del gruppo di artisti comprendente Chia, Clemente, Cucchi, De Maria e Paladino, e insieme ad essi le prime presentazioni italiane di future "star" del sistema artistico internazionale come Jean Michel Basquiat, Jonathan Borofsky, David Salle e Julian Schnabel.
                 Improntata a un recupero della tradizione pittorica in chiave di citazione di volta in volta ironica, aggressiva, affettiva, sempre accentuatamente soggettiva, la poetica di questi autori si è poi evoluta nel tempo secondo modalità assai diverse tra loro. Fortemente visionaria in Cucchi, alla ricerca di un segno e di un'immagine primordiale in Paladino, fintamente ingenua in Chia (questi i tre autori maggiormente rappresentati nelle collezioni modenesi), la pittura e la scultura di questi artisti hanno comunque rappresentato un punto di svolta nell'arte non solo italiana dello scorso decennio. 
                  Diversi sono i casi di David Salle e Jean Michel Basquiat : il primo manipolatore d'immagini tratte dall'immaginario collettivo, spesso in chiave di raffinato ed ironico voyerismo, il secondo portatore di quei valori nati nei suburbi newyorchesi e presto divenuti lingua internazionale attraverso la diffusione, anche mercantile, del cosiddetto graffitismo.
                  Achille Bonito Oliva nel 1979, definì transavanguardia questo gruppo di artisti che riproponevano il passato con un linguaggio figurativo neo-espressionista.
                 Alla Transavanguardia italiana si collegherà nello stesso periodo storico il cosiddetto gruppo dei "Nuovi selvaggi" (Neven Wilden).

POP ART, MINIMALISMO
               L'appellativo Pop Art (abbreviazione dell'espressione inglese popular culture o popular art, fu coniato dal critico Alloway negli anni '50 per indicare quell'insieme di esperienze figurative ispirate all'universo tecnologico e alla cultura popolare urbana.
           L'interesse estetico di queste realtà trascurate dalla cultura ufficiale, trovò una propria formulazione teorica nel corso delle riunioni dell'Independent Group (tra i cui membri figuravano Hamilton e Paolozzi) all'Istitute of Conteporary Art di Londra.
           Quasi contemporaneamente una poetica pop si delineò anche negli Stati Uniti. Opponendosi al ventennale dominio dell'arte astratta e, soprattutto negli Stati Uniti, all'esasperata gestualità soggettivista dell'Action Painting o dell'Espressionismo Astratto, gli artisti pop celebrano la società dei consumi e la cultura di massa. Essi non solo adottano le immagini e gli oggetti della realtà urbana e quotidiana (l'automobile, i prodotti di consumo e industriali, i personaggi famosi), ma anche la tecniche dei mass media, come la fotografia la stampa i fumetti e la pubblicità. In questo modo ogni separazione tra arte e vita viene definitivamente eliminata.
               Le esperienze pop assumono connotati diversi in Inghilterra e negli Stati Uniti: più ironiche e sofisticate le immagini degli inglesi (Leo B. Blake, Hamilton, Patrik Caulfield, David Hockney, Jones, Ronald B. Kitaj, Philips, Joe Tilson), più fredde e impersonali quelle degli americani (Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, James Rosenquist, George Segal, Andy Warhol, Tom Wesselman, Horace Clifford Westermann, Jim Dine e Jasper Johns).
               Anche in Italia alcuni artisti aderirono alla poetica pop, offrendone una variante più intima e più legata alla cultura figurativa italiana. Si tratta di Valerio Adami, Aldo Mondino e Emilio Tadini a Milano, Concetto Pozzati a Bologna, Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Mario Schifano, Cesare Tacchi e Fabio Mauri a Rorna, Michelangelo Pistoletto a Torino.
               Negli U.S.A oltre alla generazione definita Pop se ne fa avanti un'altra più giovane definita Minimalista che usa come Warhol la ripetività delle immagini popolari in varie forme ma la traduce, la minimalizza appunto come in Donald Judd o Jasper Johns che focalizzano i prodotti della massificazione come delle vere e proprie banalità del quotidiano. Ad essi ricordiamo Dan Flavin, Sol Lewitt, Robert Morris, Frank Stella e tra gli italiani Giuseppe Uncini e Francesco Lo Savio che si suicida nell’Unité d’habitation di Le Corbusier. L’artista, nel corso di una breve carriera, si era distinto per l’uso poetico e trasfigurato di materiali plastici e metallici.
POST HUMAN
               L'appellativo Post-Human è stato coniato nel 1992 per una mostra realizzata da Jeffrej Deitch e dedicata alla trasformazione naturale ed artificiale del "nuovo corpo" nella cultura dell'arte contemporanea. Questo movimento, però, trova terreno fertile non solo nella pittura ma anche negli ambienti dove qualsiasi linguaggio visivo e non, possa servire da supporto per far meditare e riflettere. Ben presto spazierà dal linguaggio estetico a quello della letteratura e della fantascienza utilizzando ovviamente differenti tipologie e linguaggi.
           Tra i personaggi più in vista ed eterogenei ricordiamo Jeff Koons e le sue appariscenti sculture e Matthew Barney che utilizza filmati.

REALISMO MAGICO
                Espressione ideata dal critico tedesco Rho utilizzata poi per identificare una componente fondamentale di Novecento delineatasi al finire degli anni'20.
               Gli interpreti principali di questa corrente sono Antonio Donghi, Riccardo Francalancia e Cagnaccio di San Pietro (Natalino Bentivoglio Scarpa).
               Il Realismo Magico scarta i risultati delle avanguardie per rifarsi direttamente alla tradizione nazionale, in particolare ai modelli trecenteschi e quattrocenteschi. Il suo obiettivo è di approdare a una rappresentazione realistica del mondo, domestica e familiare ma al tempo stesso sospesa, attonita, quasi allucinata.
               Si tratta di un realisrno meticolosamente preciso, sia nel trattamento dei particolari che nella definizione geometricamente esatta delle coordinate spaziali.
               Lo scenario è immobile, incantato, immerso in un'atmosfera silenziosa e rarefatta, quasi onirica capace di nobilitare la banalità dei soggetti trattati, grazie anche all'uso di modi pittorici particolarmente raffinati.

LA SCUOLA ROMANA
                Etichetta che sta ad indicare una comune appartenenza geografica più che una scuola vera e propria. Essa raggruppa alcuni artisti attivi a Roma tra le due guerre.
                Nell'ambito di un generale clima di "ritorno all'ordine" assai diffuso nell'Europa degli anni '30, gli artisti romani si distinguono per il deciso rifiuto tanto dell'esesperato formalismo delle avanguardie che del recupero classicista, opponendovi la ricerca di valenze espressive dai toni quasi romantici.
                I pittori della Scuola Romana vogliono cogliere gli aspetti più immediati ed emotivamente carichi della realtà senza alcuna pretesa di elaborare precetti estetici rigorosi.
                Una figurazione dai modi espressionisti di acceso cromatismo (Mario Mafai, Antonietta Raphaël, Scipione (Gino Bonichi) si manifesta tra il 1925 e il 1931, seguita da una "pittura tonale" basata sul contrasto di luce e colore (Afro, Giuseppe Capogrossi, Fausto Pirandello).

VERISMO
Oltre ad avere un significato generale che precisa taluni aspetti del Realismo in arte, Verismo è il nome di un movimento a carattere oggettivo che si afferma - in termini di opposizione alI’Espressionismo - in Germania nel periodo 1920/1930.
                Fra i suoi esponenti ricordiamo Otto Dix, Georg Grosz e Georg Scholz.
Di ispirazione radicale, d’una posizione implicante una decisa e non equivoca funzione di critica sociale, il Verismo fornì un aperto contrasto con gli atteggiamenti ancora piuttosto romantici che si possono riscontrare nell’opera di Alexander Kanoldt, Georg Schrimpf e Mense.

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